La pensione per i precoci riserva un’amara sorpresa per i percettori. Il calcolo dell’importo dell’assegno svela, infatti, una terribile verità.
I contributi versati dal lavoratore servono per calcolare l’importo dell’assegno pensionistico anche nel caso dei precoci.
La pensione per i lavoratori precoci è una prestazione erogata ai lavoratori che desiderano far valere 12 mesi di contribuzione effettiva prima del 19esimo anno di età previa soddisfazione di specifiche condizioni. Tra i requisiti il raggiungimento di 41 anni di contributi entro il 2026. La misura si rivolge agli iscritti all’Assicurazione Generale obbligatoria con invalidità superiore al 74%, in stato di disoccupazione, caregiver, lavoratori impiegati in attività particolarmente pesanti. Soddisfacendo i requisiti previsti dalla Legge si potrà andare in pensione contando sul calcolo dei contributi per definire l’importo dell’assegno pensionistico. Proprio qui, però, arriva la cattiva sorpresa.
I pensionati con meno di 18 anni di contributi versati prima del 1996 dovranno calcolare l’importo avvalendosi del sistema misto. Chi ha più di 18 anni di contributi versati prima del 1996 potrà contare, invece, sul sistema retributivo (più conveniente). E’ facile constatare come il sistema misto sia svantaggioso per i lavoratori. Prevede, infatti, che i contributi precedenti al 1996 vengano valorizzati con il sistema retributivo e quelli successivi a tale anno con sistema contributivo. Di conseguenza, la corrispondenza tra ultimo stipendio e pensione sarà solamente un’utopia.
La triste verità, dunque, è che se un lavoratore riceve, ad esempio, una retribuzione mensile media di 1.450 euro, l’importo della pensione per lavoratori precoci sarà di circa 1.100 euro. Una differenza che non è frutto di un errore ma del sistema misto secondo il quale vengono calcolate le pensioni in Italia nell’anno in corso.
La diversità tra retribuzione e importo sull’assegno pensionistico dipende da altre variabili rispetto al sistema di calcolo utilizzato. Il riferimento è alla mancanza di alcune voci sul cedolino presenti invece in busta paga (basti pensare agli straordinari) e alla tassazione che non si avvale della detrazione per lavoro dipendente ma di quella per reddito da pensione con percentuale inferiore. Tutti i lavoratori dovranno, dunque, abituarsi all’idea che l’importo dell’assegno pensionistico sarà più basso rispetto allo stipendio mensile. Non solo, il calcolo con il solo sistema contributivo peggiorerà la situazione e il divario sarà sempre maggiore. Ecco il motivo per cui tanti pensionati ipotizzano un trasferimento all’estero.
Volendo togliere ogni dubbio, però, è possibile simulare il calcolo della pensione utilizzando il servizio INPS presente sul portale dell’ente. Si scoprirà, così, quale sarà l’indicativo ammontare dell’assegno pensionistico.
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