Un banale errore può essere il segnale per il Fisco di avviare controlli e accertamenti dalle possibile gravi conseguenze per il contribuente.
La Legge non ammette ignoranza e ogni errore commesso si paga. Questa la filosofia del Fisco e i contribuenti hanno un solo modo per salvarsi.
I cittadini hanno diritti e doveri da rispettare e una lunga normativa da non infrangere per non rischiare serie conseguenze. Tra le tante attenzioni da prestare, emergono numerose le direttive del Fisco sui comportamenti da mettere in atto per non far scattare controlli e sanzioni. La lista, come detto, è molto lunga ma i contribuenti devono conoscerla per non commettere errori banali ma fondamentali per l’Agenzia delle Entrate. Quella che per il cittadino può essere una dimenticanza o un’omissione involontaria può trasformarsi in un presunto atto illecito che necessita di verifiche. Allo stesso modo, un semplice gesto di generosità può diventare fonte di sospetto per il Fisco e portare ripercussioni anche gravi.
Siamo in un momento di grande difficoltà economica a causa dei rincari e delle spese onerose. In un tale contesto è possibile che si debba chiedere dei soldi a parenti o amici oppure che una persona cara ne chieda a noi. Prestare del denaro può essere visto come un semplice atto di generosità ma non dal Fisco. L’ente vede – dietro una transizione di denaro non giustificata esplicitamente – la possibilità di evasione fiscale o di riciclaggio di denaro, insomma di un atto illecito. Di conseguenza è bene conoscere i paletti entro cui muoversi per non incorrere in verifiche e sanzioni.
Iniziamo da un movimento di denaro in contanti. Il contribuente deve sapere che c’è un limite massimo per un pagamento effettuato in contanti che corrisponde a 1.999,99 euro per il 2022. Dal 2023 scenderà a 999,99 euro. Versando in contanti somme superiori alla soglia consentita si rischiano accertamenti e la richiesta da parte del Fisco del versamento dell’IRPEF.
L’unico modo per trasferire somme superiori ai 2 mila euro è utilizzare il bonifico bancario. Un passaggio semplice ma che nasconde un’insidia. Il contribuente potrebbe commettere un errore durante la compilazione del bonifico e far scattare, così, i controlli del Fisco. Il riferimento è alla causale del movimento del denaro. Dovrà essere chiara in modo tale da specificare senza ombra di dubbio il motivo del versamento. “Regalia per matrimonio”, “dono per il compleanno del figlio”, “contributo a mio nipote per l’acquisto della macchina” e via dicendo. Più la somma è importante più non devono esserci perplessità sul motivo del trasferimento e sulla destinazione d’uso.
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