Quando sentiamo parlare di test che rilevano pesticidi negli alimenti, ci viene in mente un laboratorio specializzato.
Infatti è proprio così che funziona. Attualmente, si usano sistemi piuttosto sofisticati e costosi per trovare tracce di sostanze dannose. Ma in un futuro non troppo lontano potremo forse fare le analisi direttamente al supermercato.
Sappiamo, purtroppo, che la situazione pesticidi è allarmante, in Italia e in Europa. Ogni anno vengono rilasciati i report e ogni anno vengono trovate sostanze potenzialmente nocive per l’uomo. Ciò riguarda frutta e verdura, ma anche alcuni prodotti in particolare come Latte e anche Olio Extra Vergine.
Secondo gli ultimi rapporti rilasciati da autorità competenti, le fragole, le ciliegie, i pomodori e le mele sembrano le più contaminate in assoluto. Insomma, ortofrutta e alimenti che sono presenti quotidianamente nelle nostre tavole.
La “speranza” di poter rilevare sostanze chimiche negli alimenti in pochi minuti arriva da Stoccolma. In questo modo tutti potrebbero tutelare maggiormente la loro salute.
Un team di ricercatori ha perfezionato un sistema già esistente di analisi. Se ottimizzato ancora, potrebbe diventare un “tester” facile e comodo da usare. Magari anche da noi consumatori. E sarebbe una splendida invenzione. Vediamo nel dettaglio il risultato degli esperimenti condotti.
Su Advance Science compare un interessante studio, intitolato “SERS Hotspot Engineering mediante autoassemblaggio di aerosol di nanoaggregati di Ag plasmonico con distanza interparticellare sintonizzabile“. Certo, com’è comprensibile, ai non addetti ai lavori non dice assolutamente niente.
In realtà, un team di ricercatori del Karlolinska Institutet di Stoccolma ha avuto una geniale intuizione. Ovvero utilizzare un sistema di rilevamento di sostanze già esistente. Ma, siccome troppo costoso, ottimizzato in modo che possa diventare più veloce nella produzione dei risultati e soprattutto più economico. Possibilmente da distribuire su larga scala.
Lo scopo è nobile e noi ci auguriamo che tutto questo possa diventare realtà. Ma andiamo a capire, usando terminologia comprensibile a tutti, come funziona questo nuovo metodo di misurazione.
I ricercatori sono partiti da una tecnica già usata anche in Medicina. La “spettroscopia Raman amplificata da superfici-SERS”. Con detta tecnica si riesce ad amplificare fino ad 1 milione di volte il segnale che alcuni tipi di molecole emettono dalle superfici. Il team ha sviluppato un “kit” composto da un sensore, una soluzione liquida che dissolve i pesticidi e/o altre sostanze, e un bastoncino per prelevarle. Un po’ come il test fai-da-te del Covid, verrebbe da pensare.
Ebbene, i primi esperimenti fatti con questo nuovo metodo hanno dato ottimi risultati. Confermati da successive analisi. Inoltre i ricercatori hanno ottenuto la risposta ai test in pochissimi minuti. Non in ultimo, i ricercatori hanno anche appurato che questi “kit” funzionano anche dopo che è passato molto tempo.
In conclusione, questo è il primo passo verso la standardizzazione su larga scala, speriamo, di test rapidi ed efficaci. Così che anche un negoziante, se non addirittura un cliente, potrà esaminare i cibi e scongiurare o meno la presenza di pesticidi.
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