Accusa di frode per un noto marchio di pasta. Tre persone indagate andranno a processo per spiegare come mai grano francese è stato fatto passare per pugliese.
Frode di commercio, questa l’accusa per un noto marchio di pasta italiano. La provenienza del grano è stata alterata ingannando i consumatori.
La notizia è stata pubblicata dal “Il Salvagente” e riguarda il gruppo De Cecco si trova nel mezzo della bufera dopo le accuse di frode per il presidente Filippo Antonio e gli ex direttori Mario Aruffo e Vincenzo Villani. Il processo si svolgerà a Chieti dopo che il Gip Luca de Ninis ha respinto la richiesta di archiviazione della procura firmato il decreto di citazione in giudizio dei tre accusati. L’accusa è di aver fatto passare il grano francese per pugliese e di aver acquistato semola da terzi contrariamente a quanto indicato.
L’indagine risale al 2019 quando la De Cecco, dopo una prima contestazione di diciture ingannevoli, ha iniziato trattative con l’Autorità Garante della concorrenza per rendere più chiara e trasparente l’etichettatura. A fine anno il Gruppo accetta di apportare correzioni sul packaging escludendo le diciture che riportavano esclusivamente l’italianità del grano per utilizzare la voce “I migliori grani italiani, californiani e dell’Arizona”. Un accordo che viene ben presto messo in dubbio dall’uso di altri grani non previsti nell’intesa.
De Cecco, infatti, acquista da un’azienda francese, la Cavac, ben 4.575 tonnellate di grano tra fine 2019 e inizio 2020. Magicamente, nel mese di febbraio il grano cambia origine passando da francese ad italiano. Questo quanto appurato dagli inquirenti. “Il presidente comunica che il grano francese in arrivo a Ortona il 13 febbraio deve essere considerato grano pugliese” queste le parole del direttore acquisti ai responsabili interni. Addio trasparenza, dunque, nonostante l’accordo con l’Antitrust.
Il gruppo De Cecco risponde all’accusa di frode in commercio augurandosi che la procura faccia presto i dovuti accertamenti per concludere che le azioni della società erano in buona fede. La qualità del grano è elevata, afferma il presidente, e la trasparenza verso i consumatori è garantita. Per soddisfare la clientela sono stati ricercati i migliori grani in Italia e all’estero.
Questa, secondo AssoConsum, è una frode tanto da decidere di costituirsi parte civile nel processo in fase di apertura a breve. Il Gruppo è chiamato a spiegare non solo l’utilizzo di grano francese ma anche quello di partite provenienti dal North Dakota che si trova molto lontano rispetto alla California e all’Arizona citate nelle etichette. AssoConsum non ha dubbi che le accuse verranno confermate nel processo perché le prove sono schiaccianti. I consumatori sono stati ingannati e sono state vittime di disinformazione. Lo dimostra il ritiro delle confezioni incriminate dal mercato nel 2021 e la sostituzione di pasta con grano genericamente proveniente dall’Italia e dal resto del mondo.
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