In autunno arriveranno nuovi vaccini contro il Covid, aggiornati e (si spera) più efficaci contro le nuove varianti.
La costante circolazione del virus costringerà i cittadini ad un’ulteriore somministrazione del vaccino già in autunno.
La pandemia è ben lontana dalla fine. Seppur meno allarmante, continua ad essere presente nelle nostre vite e ad impedire il normale svolgimento delle attività quotidiane. L’allentamento delle restrizioni ha fatto assaporare il ritorno alla normalità ma siamo solamente a fine giugno e il numero dei contagi è tornato a crescere. Omicron 5 è una variante particolarmente contagiosa capace di intrufolarsi tra le crepe delle mura create dai vaccini Covid 19. Pfizer e Moderna – Astrazenaca per un numero inferiore di persone date le conseguenze riportate – non riescono a sconfiggere la variante che ormai imperversa da qualche mese mutando ed evolvendosi.
Le voci che circolano parlano insistentemente di una quarta dose in autunno con vaccini capaci di riconoscere Omicron. Bene, un’altra iniezione che faremo pensando che le possibilità di contagio possano significativamente diminuire. Ma su cosa si basa questa speranza perché, ad oggi, nessun vaccino del genere è stato creato e sperimentato. I dubbi sono sempre gli stessi; una composizione aggiornata in tutta fretta, sperimentata sui cittadini senza sapere se i risultati raggiunti saranno quelli sperati. Il fatto che il virus si modifichi velocemente non aiuta di certo la scienza a creare un vaccino di più ampia protezione.
Il Gruppo di Consulenza Tecnica per il Covid 19 dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità sta raccomandando la somministrazione di una dose booster che contenga la variante Omicron ma dov’è questo vaccino? In più, il Gruppo stesso afferma che non esiste la certezza che una soluzione del genera risulti essere efficace.
Oltre al problema dei vaccini ad oggi inesistenti per controllare Omicron sussiste un’altra questione sollevata dal Gruppo di Consulenza Tecnica. Nessuno può affermare che la quarta dose sarà realmente efficace. Tutti i dati in mano agli esperti sul funzionamento dei vaccini contro le varianti che potrebbero affacciarsi nelle nostre vite sono mere ipotesi. Dovremo farci bastare il fatto che con la somministrazione del vaccino si riducono i ricoveri in ospedale, la gravità del decorso della malattia e i decessi. Un risultato sicuramente importante e fondamentale ma che non basta per far sì che il Covid rimanga un brutto ricordo.
Detto questo, il Gruppo incoraggia lo studio delle risposte immunitarie delle persone al virus dopo i primi vaccini. Ogni elemento potrà essere utile per creare i nuovi vaccini che potrebbero essere somministrati in autunno. A detta dell’Amministratore Delegato della BioNTech (azienda produttrice dei vaccini Pfizer) una sperimentazione precedente alla somministrazione non sarebbe nemmeno necessaria. La nuova composizione risulterebbe del tutto simile alle precedenti consentendo di evitare la normale procedura della durata di sette mesi minimo. Ad ogni cittadino la riflessione personale sulla questione.
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