I percettori del Reddito di Cittadinanza verranno sottoposti a severi controlli da parte dell’INPS. L’obiettivo è puntare il dito contro tutti i furbetti della misura.
È il momento di fare i conti con l’INPS e di pagare in caso di truffa allo Stato. Il Reddito di Cittadinanza è sotto esame.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale effettuerà controlli più stringenti sui percettori del Reddito di Cittadinanza. La controversa misura che ha generato polemiche su più fronti è stata protagonista di diversi illeciti. L’individuazione di numerosi furbetti percettori indebitamente dell’aiuto economico ha portato il Governo a modificare le caratteristiche della prestazione ma ancora non si vede l’uscita dal tunnel. Ci penserà l’INPS a dare una svolta attivando nuove procedure di verifica previste in un protocollo del Ministero della Giustizia. I controlli riguarderanno sia i nuovi percettori che i titolari della prestazione e verteranno sulla presenza di condanne per reati penali nel corso degli ultimi dieci anni. Se così fosse la misura decadrebbe oppure la domanda verrebbe respinta.
L’INPS invia al Ministero della Giustizia l’elenco dei percettori dell’RdC aggiornandolo continuamente. Sarà compito del Ministero, poi, verificare se i richiedenti sono stati protagonisti di condanne penali con sentenza emessa nel corso degli ultimi dieci anni. I reati di riferimento sono quelli riportati nel comma 3 dell’articolo 7 del Decreto Legge 4/2019 relativi ad una truffa per conseguimento di erogazioni pubbliche, omessa dichiarazione delle variazioni di reddito o dichiarazioni false per ottenere il sussidio.
La procedura di controllo prevede, dunque, uno scambio di informazioni che avviene nel rispetto della privacy del cittadino. Il circuito privato virtuale in cui avviene lo scambio è volto a garantire l’anonimato pur mettendo in atto tutte le procedure necessarie per effettuare il maggior numero di controlli preventivi in relazione all’erogazione del Reddito di Cittadinanza. Questo quanto affermato dal Direttore generale dell’INPS Vincenzo Caridi.
Le direttive vietano l’erogazione dell’RdC a percettori con condanne penali entro i dieci anni. Chi verrà accusato di questo reato vedrà la revoca immediata della misura oppure vedrà rifiutata la domanda di accesso. La revoca, poi, ha efficacia retroattiva. Ciò significa che il percettore senza diritto dovrà restituire tutte le somme ricevute.
Oltre alla sanzione pecuniaria, tutti coloro che si saranno resi colpevoli di dichiarazioni o documentazioni false oppure di omesse dichiarazioni rischieranno la reclusione in carcere da due a sei anni. L’omessa comunicazione della variazione di reddito o di altre importanti informazioni relative ai requisiti di accesso alla misura costeranno, infine, dai dodici mesi ai tre anni di reclusione.
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