Al governo servono 8 miliardi di euro per ridurre l’impatto sulle bollette del caro energia e prorogare lo sconto di 30 centesimi sui carburanti.
Il governo è fiducioso perché non servirà aumentare il deficit ma potrà utilizzare risorse che a mano a mano saranno disponibili in questi mesi.
Merito anche del rialzo dei conti pubblici. Infatti, da un lato le entrate con introiti in crescita rispetto alle attese stabilite e dall’altro le uscite con spese erogate in modo più contenuto. In questo caso perché i vari bonus legati al Covid sono sospesi o quasi.
Da qui partirà il disegno di legge di assestamento di bilancio che nei giorni arriverà in Parlamento. I conti pubblici in rialzo permetterebbero di mettere da parte la quota per il decreto che sarà approvato a metà mese. Ma anche a guardare con meno preoccupazioni l’obiettivo di indebitamento netto che era fissato, entro il 2022, al 5,6% del PIL.
Un altro spiraglio positivo è arrivato qualche giorno fa. I dati del fabbisogno di cassa del settore statale sono fermi a 41,7 miliardi. Quasi la metà di quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno: 84,7 miliardi.
Le cifre dovranno essere riviste (almeno lievemente) perché il calendario del 2022 ha subito qualche modifica per i versamenti fiscali e l’impatto dei fondi PNRR.
Come detto, all’incremento dei conti pubblici è servito anche aver stanziato meno bonus per l’emergenza sanitaria. Anzi alcune somme stanziate per lo scorso anno sono state sovrastimate. Di conseguenza, vi sarà un ritorno dei soldi nelle casse dello Stato.
Anche l’Assegno unico e universale, entrato in vigore a marzo 2022, ha aiutato i conti pubblici poiché ha sostituito molte prestazioni simili riconosciute alle famiglie. Tra l’altro il 30 giugno è scaduto il termine per richiedere gli arretrati a partire dal mese di aprile. Infatti, d’ora in poi coloro che accederanno alla misura avranno diritto solo alle rate mensili che decorrono dall’avvio della pratica.
Inoltre, per l’Assegno erano stati stanziati circa 15 miliardi, da destinare a 11 milioni di figli. probabilmente in realtà i beneficiari saranno intorno ai 9-10 milioni. Quindi il governo potrebbe utilizzare le risorse avanzate per altre priorità.
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Riguardo alle pensioni e altre prestazioni sociali, nei primi quattro mesi del 2022 le spese si sono ridotte rispetto allo stesso periodo 2021. E l’inflazione non influisce molto perché al momento si applica solo la rivalutazione relativa all’andamento dei prezzi nel 2021.
Anche le entrate fiscali offrono un quadro positivo. Infatti, volano l’IVA e le altre imposte dirette per l’effetto dei prezzi energetici. Infatti, crescono gli importi e di conseguenza aumenta il prelievo applicato su di essi.
Di questo non sono però contenti i consumatori. Ma il governo è intervenuto provvedendo ad attenuarlo dirottando la maggiore IVA incassata alla riduzione delle accise. Infatti, si ricorda che l’IVA è calcolata sul prezzo comprensivo delle accise.
Buono anche il settore del turismo che è in ottima ripresa dopo le restrizioni connesse all’emergenza sanitaria.
Grazie alla misura contro l’evasione fiscale e all’andamento abbastanza positivo dei contributi delle imposte dirette il governo prevede che la parte strutturale del recupero di gettito sia destinata alla riduzione della pressione fiscale.
In autunno, quando si dovrà approvare la legge di Bilancio 2023 l’esecutivo tirerà le somme e deciderà come tagliare il cuneo fiscale e contributivo. Richiesto da tutti i partiti, vede da una parte una ulteriore riduzione dell’Irpef, dall’altra la cancellazione di alcuni punti dell’attuale 33% versato da imprese e lavoratori come contributi previdenziali. Questa ipotesi è fortemente voluta da Confindustria.
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