Un conosciuto programma televisivo sulle diete, spesso al centro di discussioni per lo stile di vita pubblicizzato – “Life 120” – è finito nel mirino del TAR Lazio.
Il tribunale amministrativo ha confermato la legittimità della pesante sanzione AGCOM.
Cure e diete miracolose, che promettono di risolvere i problemi di salute o di far vivere a lungo, sono talvolta pubblicizzate sui canali televisivi. C’è chi ci crede ed è di fatto raggirato e condotto a versare denaro per l’acquisto di prodotti, che non hanno nulla di scientificamente provato. Questa è la tesi dei magistrati che ora vedremo più da vicino.
Ebbene, forse in molti ricorderanno i programmi televisivi andati in onda a lungo in
TV, nei quali veniva promesso ai clienti di vivere 120 anni, rispettando le indicazioni di una particolare guida alla salute e assumendo regolarmente i prodotti venduti nell’ambito dello stesso programma.
La notizia delle ultime ore è la legittimazione della sanzione dell’AGCOM, in quanto il TAR Lazio ha confermato l’ingiunzione a carico del programma televisivo sulle diete, che spingerebbe – secondo la tesi della magistratura – a mettere in pratica comportamenti dannosi per la salute. Non soltanto: nel provvedimento del TAR i giudici rimarcano che il programma televisivo si è servito di minori disabili a scopi propagandistici. I dettagli.
Secondo la tesi del TAR Lazio, non vi sono particolari dubbi sui profili di responsabilità di chi aveva posto in essere questi programmi. Infatti lo spazio televisivo non solo era strumentale a pubblicizzare i prodotti – e fin qui nulla di sbagliato – ma induceva i telespettatori a ritenere che “Life 120” potesse aiutare a guarire da patologie e malattie anche gravi. E con ciò ingenerando nei telespettatori una sfiducia o un forte dubbio sull’efficacia della medicina tradizionale.
Secondo il TAR Lazio e, in particolare in base a ciò che si può leggere nella sentenza 7978/2022, per questa via il programma sulle diete in oggetto avrebbe messo a rischio il diritto alla salute del singolo telespettatore, lasciatosi convincere da quanto pubblicizzato sullo stile di vita cd. “Life 120”.
Il giudice amministrativo condivide dunque la tesi dell’AGCOM, la quale aveva emesso una sanzione contro l’emittente, che mandava in onda i programmi televisivi finiti nel bersaglio prima dell’Autorità indipendente per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e poi della stessa magistratura.
In altre parole, il TAR Lazio non ha trovato nulla da eccepire rispetto a quanto sostenuto dall’AGCOM per infliggere la sanzione amministrativa contro l’emittente. Quest’ultima mandava regolarmente in onda i programmi sulle diete, con cui era pubblicizzato lo stile di vita “Life 120”.
Ecco dunque lo stop alla contestata, ma assai pubblicizzata, dieta a base di integratori reclamizzata da un noto giornalista.
Quanto appena ricordato è frutto dell’attività della Quarta Sezione bis del TAR Lazio nella sentenza n. 7978 del 2022, che in sostanza ha respinto il ricorso effettuato dall’emittente televisiva.
Il fatto concreto vide l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni emettere una onerosa sanzione amministrativa per un importo totale corrispondente a euro 264.967,50, a carico di una società che forniva il servizio di media audiovisivo in ambito nazionale, con il nome “Life 120” e trasmesso su un canale del digitale terrestre.
Il punto è che AGCOM ha chiarito che:
La citata Autorità ha contestato che le testimonianze sull’efficacia dei prodotti, nel corso della trasmissione, avevano la capacità di spingere il telespettatore a mettere in dubbio l’efficacia della medicina tradizionale, promuovendo invece la bontà degli integratori commercializzati. Ciò con la prospettiva della possibile guarigione anche da malattie anche gravi: sulla scorta di questo l’AGCOM ha ritenuto in pericolo il diritto alla salute del singolo telespettatore.
Inoltre, le specifiche modalità di svolgimento della trasmissione sullo stile di vita “Life 120”, secondo l’AGCOM, impedivano al telespettatore suscettibile e condizionabile, di individuare la natura commerciale dell’informazione. Per questa via, il cliente-telespettatore sarebbe stato spinto ad eludere le comuni regole di prudenza, ignorando appunto la natura commerciale-promozionale del programma televisivo e lasciandosi convincere da quanto detto nel programma sulle diete.
Concludendo, ribadiamo che il TAR Lazio si è di fatto accodato a quanto rilevato dall’AGCOM: è confermata l’ingiunzione a carico del programma televisivo ed è legittima la sanzione emessa dall’Autorità.
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