Esistono davvero tanti rimedi per l’insonnia, ma a volte bastano alcuni semplici accorgimenti per risolvere il problema.
Come sappiamo, il non riuscire a dormire bene è un problema che alla lunga porta disagi anche gravi alla salute. Sul perché succede, ovviamente, esistono svariate teorie riconducibili ad altrettante condizioni.
I fattori che incidono sul ritmo sonno-veglia sono davvero tantissimi, e cominciare ad elencarli tutti significherebbe redigere un saggio di Medicina. Certamente tra i principali motivi di un’insonnia possono esserci lo stress, una predisposizione genetica, ma anche disturbi al cuore, la pressione alta e alcune malattie.
Non dimentichiamoci che in questa estate davvero “anomala” le temperature notturne troppo elevate non facilitano il sonno di nessuno, così come le continue preoccupazioni che derivano dalla situazione attuale, politico-economica e sanitaria. Basta guardare un “semplice” Tg che veniamo inondati di notizie allarmanti.
Il Covid che torna a farsi sentire nonostante sia estate e nonostante la vaccinazione di massa. O altre malattie che non sapevamo nemmeno esistessero e che improvvisamente sono diventate un problema globale.
Per non parlare dei rincari sull’energia, ancora “ingiustificabili” nonostante la guerra, e il rischio razionamenti che potrebbero arrivare dritti dritti insieme al freddo dell’inverno. Ma se tutto questo non fosse la vera causa delle notti “bianche”? Ecco quali altri fattori possiamo eliminare, per tentare di dormire meglio.
Gli esperti ci danno qualche indicazione utile, laddove le nostre conoscenze potrebbero rivelarsi insufficienti. Naturalmente, in caso di problemi a dormire, è sempre meglio consultare il proprio medico, che saprà analizzare la nostra specifica situazione e darci i consigli più adatti.
Ma ci sono alcune cose su cui possiamo riflettere anche da soli, e magari capire come mai non dormiamo più bene come un tempo.
Ad esempio, forse non tutti sanno che alcuni farmaci incidono negativamente sulla qualità del riposo. Primi tra tutti, quelli antidepressivi. Funzionano bene per il problema, ma possono portare ad una irregolarità nel sonno. Si stima che almeno il 10-20% dei pazienti che assumono fluoxetina, sertralina o paroxetina manifestano poi problemi di insonnia.
Sempre nel comparto medicinali, anche quelli contro la pressione alta e i corticosteroidi possono agire sulle fasi del sonno. Così come i lassativi, che risolvono il problema della stipsi ma… senza guardare l’orologio. Il rischio è quello di svegliarsi continuamente di notte con una precisa “urgenza”.
Infine, colpevoli di insonnia possono essere anche gli integratori alimentari. Alcuni prodotti contengono ingredienti stimolanti, che potrebbero danneggiare la normale attività di riposo notturno.
Dunque, possiamo eliminare alcuni farmaci per tornare a riposare bene, ma ovviamente il tutto deve essere prescritto dal medico curante. Sia la terapia che la sua eventuale interruzione.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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