Lo stato di disoccupazione è oggetto di dettagliata disciplina nella legge vigente.
Ma i chiarimenti recentemente forniti in un documento del Ministero del Lavoro, sulla scorta di quanto previsto nell’ultima manovra (legge di Bilancio 2022), fugano ogni dubbio circa i limiti reddituali, che consentono di accedere a detto status.
Novità significative in tema di stato di disoccupazione: infatti grazie anche ai chiarimenti in documento del Ministero del Lavoro (nota n. 5824) è possibile individuare con nettezza quali sono i nuovi limiti di reddito, aggiornati al 2022.
Ciò alla luce della riforma fiscale contenuta nella legge di Bilancio 2022. Da notare peraltro che i nuovi limiti valgono altresì ai fini dell’esonero dagli obblighi connessi alla fruizione del reddito di cittadinanza.
Vediamo allora da vicino quali sono questi limiti, che consentono di mantenere lo status di disoccupato e facciamo chiarezza anzitutto su che cos’è lo ‘stato di disoccupazione’ e cosa comporta averlo. I dettagli.
Lo stato di disoccupazione consiste in una condizione che ricorre in tutte le forme di sostegno al reddito, in ipotesi di perdita involontaria del lavoro, che lo richiedono come requisito necessario. Ecco perché lo status di disoccupato è da intendersi un presupposto essenziale per poter accedere alle forme di sostegno, in circostanze di perdita involontaria del lavoro.
Il d. lgs. n. 150 del 2015 indica come disoccupati i lavoratori senza un lavoro che dichiarano in via telematica la propria immediata disponibilità (DID) a compiere un’attività lavorativa e a partecipare alle misure di politica attiva del lavoro, fissate con il Centro per l’Impiego. Questi sono i requisiti per accedere allo stato di disoccupazione.
Oltre che per l’accesso alle indennità di disoccupazione, lo stato di disoccupazione serve peraltro all’iscrizione nell’elenco tenuto dai servizi per il collocamento mirato.
E’ molto importante ricordare quanto segue. Dal 2022 lo status di disoccupato può essere conservato:
Per i beneficiari di RdC, i nuovi limiti valgono anche ai fini dell’esonero dall’obbligo di aderire ai correlati percorsi di ricollocazione. Lo ha indicato e chiarito la nota n. 5824 del 2022 del Ministero del Lavoro, sulla scorta della riforma dell’Irpef di cui all’ultima Manovra.
Rimarchiamo che, in base al decreto legge n. 4 del 2019, lo stato di disoccupazione è comprovato in presenza del rilascio della cd. “DID”, vale a dire la dichiarazione d’immediata disponibilità al lavoro e alla partecipazione alle misure di politica attiva. Non solo, vi deve essere assenza di svolgimento di attività di lavoro, oppure la presenza di un reddito da lavoro (dipendente o autonomo), ma inferiore alla soglia fiscalmente imponibile.
Proprio in riferimento alla soglia appena citata, fino al 2021 la “no tax area” corrispondeva a 8.145 euro annui per i lavoratori subordinati o parasubordinati e 4.800 euro all’anno per i lavoratori autonomi. L’ultima legge di Bilancio, che reca con sé anche la riforma dell’Irpef, ha appunto incrementato i limiti reddituali a 8.174 euro per i primi e a 5.500 euro per i secondi.
Abbiamo sopra ricordato l’importanza delle dichiarazioni di immediata disponibilità: esse possono essere sottoscritte sul portale dell’ANPAL, al Centro per l’Impiego e in fase di invio di domanda NASpI. Anzi in base alla legge la domanda di NASpI e DIS-COLL presentata dal lavoratore all’istituto di previdenza equivale alla dichiarazione di immediata disponibilità.
I lavoratori possono inoltre dichiarare in via telematica la propria immediata disponibilità, già dal momento della ricezione della comunicazione di licenziamento (anche durante il periodo di preavviso).
In rapporto allo stato di disoccupazione è opportuno ricordare che il riconoscimento del reddito di cittadinanza è comunque legato alla dichiarazione d’immediata disponibilità al lavoro (DID), da parte di tutti i componenti di almeno 18 anni del nucleo familiare beneficiario. Ma serve anche l’adesione al percorso ad hoc, mirato all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
Attenzione però, in quanto da detti obblighi sono escluse alcune categorie di persone, tra le quali i dipendenti che mantengono lo stato di disoccupazione in circostanze di svolgimento di attività di lavoro dipendente o autonomo, percependo un reddito non maggiore delle nuove soglie di cui sopra.
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