La riforma fiscale porterà dei vantaggi per i lavoratori. La busta paga sarà più ricca e con meno tasse dal 1° settembre.
La delega per la revisione della riforma fiscale è stata approvata dalla Camera. Il Governo avrà 18 mesi dall’entrata in vigore della Legge per attivare i Decreti Legislativi pertinenti.
La nuova riforma fiscale è attesa dai lavoratori come un salvagente che permetterà loro di avere più soldi in busta paga. La delega per la revisione dell’attuale sistema fiscale ha stabilito varie modifiche all’IRPEF eliminando l’avanzamento del sistema di imposizione personale sui redditi in favore di un modello duale. L’obiettivo del Governo raggiunto nel 2022 è stato di alleggerire il prelievo fiscale con l’abbassamento degli scaglioni IRPEF da cinque a quattro. Così sono variate anche le aliquote percentuali di riferimento per le nuove fasce di reddito.
Gli scaglioni nel 2022 sono fino a 15 mila euro di reddito con aliquota del 23%, da 15 mila a 28 mila con aliquota del 25%, da 28 mila a 50 mila con aliquota del 35% e oltre i 50 mila euro con aliquota del 43%. Solamente il primo scaglione è rimasto invariato rispetto gli anni precedenti. La distanza tra il secondo e il terzo si è, poi, ridotta con l’eliminazione di uno scaglione. Il divario nel pagamento IRPEF è comunque importante tra la seconda e la terza fascia.
Le modifiche hanno lasciato perplessi tanti lavoratori dato che la fascia di popolazione con redditi più bassi non è stata aiutata in alcun modo. Una minima variazione ha coinvolto i redditi medio alti sottolineando come, forse, questa riforma fiscale non sia determinante nel definire un aumento in busta paga rilevante. Le prossime modifiche dovranno essere più incisive ed è proprio quello che ci si aspetta. L’IRPEF verrà revisionato con l’obiettivo di aumentare il rispetto della progressività e di ridurre le aliquote medie.
La riforma fiscale messa in atto nel 2022, dunque, non ha portato aumenti rilevanti nella busta paga dei lavoratori. La composizione di scaglioni e aliquote si è dimostrata sbagliata e la nuova revisione dovrà colmare questo vuoto con la riduzione delle aliquote medie e l’acutizzarsi del rispetto della progressione. Gli interventi dovranno coinvolgere soprattutto i redditi medio bassi e incentivare il mercato del lavoro. L’idea è di puntare sui giovani, sui secondi percettori di reddito, sulle attività imprenditoriali e sull’emersione della base imponibile.
I piani sembrerebbero, poi, rivolgersi verso un nuovo taglio del cuneo fiscale che dovrebbe essere introdotto in un Decreto di fine luglio prima del passaggio definitivo nella Legge di Bilancio 2023. Il taglio coinvolgerebbe principalmente i lavoratori con redditi inferiori a 35 mila euro all’anno – i beneficiari del Bonus 200 euro. Se messo in atto permetterebbe alle famiglie di ricevere una retribuzione in più all’anno. Rimane, poi, sul tavolo di lavoro il dibattito sul salario minimo con retribuzione minima di 9 euro all’ora.
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