Il bonus benzina 200 euro può essere sfruttato dai titolari di reddito di lavoro subordinato senza alcun vincolo di reddito per l’ammissione all’agevolazione. L’AdE ha chiarito che vale anche per i veicoli elettrici.
Una circolare dell‘Agenzia delle Entrate, pubblicata in questi giorni, fa ulteriore chiarezza sull’ampio capitolo bonus e agevolazioni, previste dallo Stato a favore della cittadinanza. In particolare il documento si sofferma sulla portata del contributo, che le aziende del settore privato possono assegnare ai lavoratori subordinati in organico.
Ma soprattutto quanto specificato dall’Amministrazione finanziaria nella circolare n. 27/E indica che i datori di lavoro del settore privato potranno riconoscere i buoni benzina anche per le automobili ad energia elettrica. Il fondamento si trova nel decreto legge n. 21 del 2022 convertito poi nella legge n. 51. Considerando l’utilità del bonus benzina 200 euro, appare opportuno dare qualche ulteriore dettaglio nel corso di questo articolo.
L’Agenzia delle Entrate non ha soltanto il compito di compiere le attività relative alla gestione, all’accertamento, al contenzioso e alla riscossione dei tributi, ma anche svolge un utile funzione di guida e di orientamento nei confronti dei contribuenti, per il tramite delle sue numerose circolari e comunicazioni pubblicate con molta frequenza nel proprio sito web. Ciò appare nuovamente evidente nella circolare sopra richiamata, in cui l’ente si sofferma sulla portata del bonus benzina 200 euro e sulla sua applicabilità anche alle auto elettriche.
Ebbene le norme vigenti hanno introdotto, allo scopo di contrastare gli impatti economici dovuti all’aumento del prezzo dei carburanti e per il periodo d’imposta 2022:
Detti buoni spettano ai datori di lavoro privati che dovranno fornirli ai destinatari ultimi, vale a dire i lavoratori assunti in azienda con regolare contratto.
Come sottolineato nella circolare dell’Agenzia delle Entrate, l’agevolazione ha dapprima toccato soltanto i lavoratori subordinati presso aziende private. Con la conversione in legge del decreto suddetto, il beneficio è stato allargato a tutti i datori di lavoro privati, inclusi dunque anche gli enti morali e studi professionali e gli enti pubblici economici.
Fuori dal beneficio sono al momento le PA e i loro lavoratori, ed esclusi sono anche i lavoratori autonomi.
Attenzione però: tra i datori di lavoro nell’ambito del settore privato sono da includersi – sempre che dispongano di propri lavoratori dipendenti – anche i lavoratori autonomi,
gli enti pubblici economici e i soggetti che non svolgono un’attività commerciale.
Il beneficio in oggetto vale anche per le auto elettriche, in quanto i buoni benzina sono erogazioni assegnate dai datori di lavoro privati ai propri dipendenti, per i rifornimenti di carburante per l’autotrazione (ad es. benzina o gasolio) ma non solo.
Infatti, nella citata circolare l’Agenzia delle Entrate lascia chiaramente intendere che al bonus benzina 200 euro deve essere riconosciuta un’ampia estensione. Ciò in ragione della finalità per cui è stato varato, ovvero supportare la cittadinanza con un indennizzo ai dipendenti delle aziende private per i maggiori costi sostenuti a causa dell’aumento dei prezzi dei carburanti degli ultimi mesi.
Ecco perché l’AdE ritiene che anche i mezzi elettrici siano destinatari dell’agevolazione, allo scopo di non dare luogo ad ingiustificate disparità di trattamento fra distinte tipologie di veicoli e dunque tra lavoratori della stessa azienda. Agevolmente, il contributo potrà essere speso in una colonnina di ricarica.
Nell’ambito della sua utile circolare l’Agenzia delle Entrate aggiunge che il versamento del bonus benzina 200 euro:
Se il versamento è disposto in sostituzione dei premi di risultato, l’erogazione dei bonus benzina 200 euro deve compiersi in applicazione dei contratti aziendali o territoriali in vigore. Ovviamente tutto ciò vale anche con riferimento alle auto elettriche.
Ricordiamo infine che il valore del bonus può toccare un massimo di 200 euro per lavoratore e può essere versato soltanto nel corso del 2022. È denaro non tassato in capo ai lavoratori subordinati e del tutto deducibile dal reddito d’impresa. Ecco perché i vantaggi del bonus in oggetto appaiono del tutto evidenti.
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