I lavoratori nel settore privato possono accedere alla pensione anticipata con un’invalidità almeno dell’80%. Mentre per i dipendenti pubblici sono previste tre diverse forme di pensionamento per inabilità.
I lavoratori con un’invalidità certificata possono contare su alcune agevolazioni previdenziali, con modalità differenti per il settore pubblico e quello privato.
Hanno la possibilità di usufruire di requisiti anagrafici ridotti rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. Ossia 67 anni di età per la pensione di vecchiaia, oppure 42 e 10 anni di contributi per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi se donne) a prescindere dall’età anagrafica.
Una lettrice ha inviato il seguente quesito: “Buongiorno, Sono una ragazza disabile, ho la sclerosi multipla, ho il 90 per cento ultimo aggiornamento al 2015 di invalidi. Vorrei sapere come posso fare per andare in pensione un po’ prima perché negli ultimi anni sono peggiorata e faccio più fatica a fare tutto.”
I dipendenti del settore privato, che abbiano un’invalidità di almeno l’80%, possono quindi contare su una deroga del requisito anagrafico stabilito dalla Legge Fornero.
La pensione anticipata è contenuta nel cosiddetto decreto Amato (D.lgs. 503/1992). Questa categoria di lavoratori può andare in pensione a 61 anni (uomini) e 56 anni (donne), con almeno 20 anni di contributi. È necessario però attendere l’apertura di una finestra mobile di 12 mesi. Trascorso questo periodo di tempo dalla maturazione dei requisiti verrà quindi erogato il primo assegno.
I soli lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria e ai fondi di previdenza sostitutivi dell’AGO, in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995, possono accedere alla pensione anticipata per invalidità non inferiore all’80%. Sono quindi esclusi dal beneficio i dipendenti del settore pubblico, oltre che i lavoratori autonomi.
Come chiarito dall’Inps, lo stato di invalidità deve essere riconosciuto dagli uffici sanitari ai sensi della legge 22/1984. Il riconoscimento già operato da un altro ente costituisce un elemento di valutazione per la formulazione del giudizio medico legale da parte dell’istituto.
I lavoratori pubblici, iscritti alle gestione ex Inpdap, possono accedere a trattamenti pensionistici con requisiti differenti rispetto ai lavoratori dipendenti. Tre le modalità che necessitano di riconoscimento medico.
La pensione di inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa è prevista per i dipendenti a cui è stata riscontrata l’incapacità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, conseguente a infermità non derivata da causa di servizio. Sono necessari 5 anni di contributi, di cui almeno 3 versati nel quinquennio precedente alla domanda.
I lavoratori che, a causa di infermità fisiche o psichiche, sono impossibilitati a svolgere il lavoro in modo remunerativo e continuativo, possono avere accesso alla pensione per inabilità assoluta e permanente a proficuo lavoro. In questo caso bisogna aver svolto almeno 15 anni di servizio sia per i dipendenti dello Stato, che per i dipendenti degli Enti locali o Sanità.
La pensione di inabilità assoluta e permanente alla mansione è prevista nel caso in cui il lavoratore abbia una disabilità permanente, che gli impedisca di svolgere il proprio incarico, e l’Amministrazione non riesca ad adibirlo a mansioni equivalenti. Per l’accesso bisogna aver raggiunto un servizio pari o superiore a 20 anni se dipendente di enti locali, oppure 15 anni se statale.
I lavoratori invalidi, sia del settore privato che pubblico, possono quindi andare in pensione in anticipo prendendo in esame il proprio caso specifico.
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