Quota 41 permette di uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi. Altre condizioni variano tra lavori precoci e usuranti.
Scopriamo le differenze tra lavori precoci e usuranti nell’ambito del sistema pensionistico Quota 41.
Quota 41 è lo scivolo che permette l’uscita dal mondo del lavoro solo per alcuni lavoratori ossia i precoci e chi svolge mansioni usuranti. La pensione si raggiunge con la maturazione di 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Matteo Salvini nella sua campagna elettorale appena cominciata in vista delle prossime elezioni del 25 settembre punta sulla possibilità di allargare Quota 41 a tutti i lavoratori. Parole al vento secondo tante persone dato che i costi di una soluzione del genere non sarebbero alla portata delle casse del nostro Stato. La stima è di 4 miliardi di euro per il primo anno che arriverebbe a toccare i 9 miliardi di euro negli anni successivi. Togliere il Reddito di Cittadinanza non sarebbe sufficiente a coprire le spese. Serve, dunque, un’altra soluzione per la pensione di vecchiaia. Ma rimaniamo in Quota 41 per scoprire le altre condizioni da rispettare.
Per avere diritto a Quota 41 occorre aver maturato 12 mesi di contribuzione effettiva prima del 19esimo anno di età. Da qui la terminologia “lavoratore precoce”. In più, condizione d’accesso è soddisfare altri requisiti richiesti dalla normativa come lo svolgimento di lavori usuranti e aver maturato 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2026.
In relazione ai lavori usuranti e gravosi, poi, si aggiunge un’ulteriore condizione. L’occupazione dovrà essere stata svolta per almeno sette anni degli ultimi dieci oppure per almeno sei anni negli ultimi sette. Parliamo di lavori particolarmente faticosi e pesanti che oltre una certa età è bene smettere di svolgere.
I lavoratori impegnati in occupazioni particolarmente usuranti possono uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi. Rientrano i lavoratori notturni a turni o per un anno intero, gli addetti alla linea catena, i conducenti di veicoli con capienza superiore a nove posti, i lavori in miniera, nelle cave e nelle gallerie, i lavori dei palombari, ad alte temperature e i lavori del vetro cavo. Allo stesso modo sono considerati lavori usuranti quelli svolti in piccoli spazi e quelli che si occupano dell’asportazione dell’amianto.
Tra i lavori gravosi citiamo, poi, le professioni infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro a turni, i facchini e gli addetti allo spostamento merci e gli operatori ecologici e separatori di rifiuti. La lista è lunga e consultabile sul portale dell’INPS dove si potrà inoltrare domanda di riconoscimento dell’usura della propria occupazione.
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