Nel pubblico impiego i dipendenti che conseguono un’invalidità non a causa di servizio possono contare sulla pensione di inabilità.
A differenza dei lavoratori del settore privato, infatti, i dipendenti pubblici non possono richiedere l’assegno ordinario di invalidità. Hanno però la possibilità di fare domanda per essere dispensati dall’attività lavorativa. I trattamenti pensionistici previsti sono di tre tipologie e presentano diverse modalità di calcolo, oltre che di requisiti di accesso.
Tutti richiedono accertamenti medici che possano certificare l’invalidità, quindi la non idoneità a svolgere le proprie mansioni.
Una lettrice ha inviato il seguente quesito: “Ho 19 anni di contribuzione continuativa in Asl pubblica. Ho 2 forme progressive di malattie in peggioramento progressivo con frequenti periodi di malattia e invalidità civile dell’80%. Come posso fare per andare in pensione considerato che vivo per lo più distesa a letto? Grazie.”
La pensione di inabilità assoluta e permanente alla mansione è strettamente collegata al tipo di attività svolta dal dipendente pubblico. È prevista nel caso in cui non possa svolgere il proprio incarico, e l’Amministrazione non riesca ad assegnarlo a mansioni equivalenti. Per poter ottenere questo trattamento pensionistico è necessario aver raggiunto una durata del servizio pari o superiore a 20 anni (19 anni, 11 mesi e 16 giorni), se dipendenti di enti locali o della Sanità. Oppure 15 anni (14 anni, 11 mesi e 16 giorni) se dipendenti dello Stato e 15 anni, di cui 12 di servizio effettivo, per il comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico.
La pensione per inabilità assoluta e permanente a proficuo lavoro è prevista in quei casi in cui il lavoratore risulti impossibilitato a svolgere le proprie attività in modo continuativo e remunerativo. In questo caso è necessario aver svolto almeno 15 anni di servizio (14 anni, 11 mesi e 16 giorni) sia per i dipendenti degli Enti locali o della Sanità che dello Stato. Per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico devono essere sempre 15, di cui almeno 12 effettivi.
L’inabilità a qualsiasi attività lavorativa richiede un’invalidità più grave rispetto agli esempi precedenti, tale appunto da impedire che il dipendente pubblico riesca a svolgere qualsiasi lavoro. Per farne richiesta l’anzianità pensionistica prevista è di minimo 5 anni, di cui 3 nel quinquennio antecedente la decorrenza del trattamento pensionistico. In questo caso il parere sanitario non viene espresso dalla competente Commissione medica ASL, secondo quanto previsto dall’articolo 13 della legge 274/1991; bensì è necessario presentare un certificato del proprio medico curante. L’ente disporrà in seguito l’accertamento presso le Commissioni mediche degli Ospedali Militari di verifica, oppure direttamente a domicilio se la situazione è particolarmente seria.
Nel caso descritto dalla nostra lettrice, è quindi necessario individuare la categoria in cui l’inabilità al lavoro viene inserita e avviare l’iter previsto. La pensione anticipata con invalidità dell’80% è prevista solo per i dipendenti pubblici.
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