La Variante Centaurus del Covid ha fatto capolino anche in Italia. Ricominciano le tesi e le teorie sui possibili sviluppi.
Nella settimana dall’11 al 17 luglio l’ISS ha isolato l’ultima variante del Covid anche in Italia. Cominciano a spuntare domande, ipotesi e preoccupazioni. Soprattutto, il mondo scientifico si chiede se i vaccini saranno in grado di mantenere lo scudo.
Ormai è “un’altalena” che abbiamo imparato a riconoscere. Arriva il Covid, ci si ammala, qualcuno purtroppo ha subito gli effetti gravi, e le terribili conseguenze le sappiamo. Arrivano i vaccini, arrivano alcune cure. Arriva la variante e ci si chiede se “bucherà i vaccini”. Cominciano i contagi, e ogni variante sembra sempre più contagiosa dell’altra. Ma per fortuna i sintomi sono meno gravi del ceppo originario.
Poi di nuovo salgono i contagi, si devono fare altre vaccinazioni e altri richiami. Un momento di “pausa”, poi un’altra variante, “ancora più contagiosa” oppure “contagiosissima”. Ci si chiede che effetti avrà.
A quante varianti siamo? 4, 5, 6 o più? Bisogna tenere il conto. Nonostante il caldo e la vaccinazione di massa che ormai ha raggiunto il 98% della popolazione (tra 1, 2, 3 o più dosi) il Covid avanza e ci “regala” un’altra variante. Si chiama Centaurus, un nome scelto da un qualsiasi utente di un Social, che però “funziona” e sostituisce quello scientifico, che sarebbe Omicron BA 2.75.
Ripartono le ipotesi, forse a questo giro la variante col nome di una Costellazione farà “ancora più danni” perché secondo gli esperti potrebbe “manifestare mutazioni preoccupanti”. Forse addirittura in grado di “bucare i vaccini”. Forse serviranno vaccini aggiornati, o forse i sintomi della malattia saranno “gli stessi” di Omicron. Sempre gli esperti ci dicono che potremo avvertire febbre, mal di testa, naso che cola, debolezza generalizzata.
Le ipotesi “si sprecano”, ma la realtà qual è? Dobbiamo andare a guardare i dati ufficiali. L’aggiornamento dell’andamento dei contagi e della presenza delle varianti è stato pubblicato sul sito ISS. Al 28 luglio, quindi, tra le altre tantissime tabelle, troviamo questa conclusione.
Gli esperti, al momento, non si esprimono (o lo fanno in maniera contrastante) perché non hanno dati sufficienti a comprendere cosa potrà rappresentare questa nuova variante. Tanti timori, forse anche giustificati, e dubbi sull’efficacia dei vaccini che erano stati creati per un virus che praticamente “non esiste più”.
Nel mentre, l’OMS ha già dichiarato e diffuso la “strategia per contenere il Covid” durante il prossimo autunno-inverno. Tra i molti suggerimenti e indicazioni, spiccano 5 punti fondamentali. E un sesto punto molto interessante. Per ognuno di questi possono sorgere spontanee domande, soprattutto da parte di “normali cittadini” che non hanno conoscenze mediche. Che aspettano, speranzosi, certezze dal mondo scientifico.
Viene da chiedersi quali tipi di vaccino si intenda somministrare alla popolazione, da qui al prossimo autunno e inverno. Saranno pronti, quelli “adatti anche a Centaurus”? Idem per quanto riguarda le “dosi aggiuntive”, di quale tipo saranno? Per quanto riguarda la ventilazione di luoghi pubblici, in realtà si tratta di una pratica salutare a prescindere. Mentre “rigorosi protocolli terapeutici a soggetti a rischio di malattia grave”, cosa significa?
Promuovere l’uso della mascherina potrebbe sembrare sensato, se non fosse che esistono anche in questo senso pareri contrastanti. Pareri espressi non da cittadini comuni ma dalla stessa comunità scientifica. Come la circolare del Ministero della Sanità dove si “ammette” che l’uso delle mascherine ha forse indebolito il nostro sistema immunitario.
Oppure come uno degli ultimi studi – effettuato in Francia – che ha testato le Ffp2, quelle che usiamo abitualmente, contrassegnate dalla dicitura N95. E ha concluso che “non servono a proteggere le vie respiratorie”.
Infine, una vaccinazione simultanea Covid-influenza come verrà fatta? Sono stati effettuati studi per verificare se potrebbero dare effetti collaterali? Se anche singolarmente i due vaccini funzionano, chissà cosa succede a iniettarli contemporaneamente.
Insomma, la popolazione italiana, europea e presumibilmente mondiale ogni giorno deve avere a che fare con annunci “allarmanti” per poi scoprire che di certezze, in fondo, non ce ne sono. E che le uniche che abbiamo sono i fatti accaduti fino ad oggi.
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