Andare in pensione a 64 anni è consentito. Per lasciare il lavoro in anticipo, infatti, ci sono vari strumenti.
In alcune ipotesi, la pensione anticipata è una vera e propria necessità e raggiungerla a 64 anni non è molto complicato, se si utilizzano questi metodi.
La legge prevede varie procedure per il congedo anticipato dal mondo lavorativo. Ad esempio, coloro che sono nati nel 1958, hanno a disposizione, per il 2022, Quota 102 e la pensione anticipata contributiva, per la quale sono necessari solo i 64 anni di età.
Tuttavia, questi due sistemi non sono gli unici attraverso i quali si può smettere di lavorare al raggiungimento di tale requisito anagrafico. Analizziamo, dunque, nel dettaglio l’elenco di possibilità che il legislatore offre a disposizione del lavoratore.
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La Legge di Bilancio 2022 ha previsto, in sostituzione di Quota 100, un nuovo metodo per ottenere il pensionamento anticipato. Si tratta di Quota 102, per la quale bastano 64 anni di età e almeno 38 anni di contribuzione.
Per quanto riguarda i presupposti per accedervi, sono gli stessi di Quota 100, ad eccezione dell’età anagrafica, che è aumentata di 2 anni.
Così come Quota 100, poi, anche Quota 102 è uno strumento solo temporaneo, con validità fino al 31 dicembre 2022. I lavoratori che raggiungono i requisiti entro tale data, tuttavia, potranno presentare domanda di pensione anche successivamente, in virtù della “cristallizzazione” del diritto.
Un altro strumento che, per il 2022, permette di andare in pensione a 64 anni è la pensione anticipata contributiva, stabilita dalla Legge Dini. Poiché si tratta di una pensione contributiva, è obbligatorio che:
Per usufruire di tale meccanismo, il lavoratore deve aver compiuto 64 anni di età e maturato un’anzianità contributiva di almeno 20 anni; inoltre, l’assegno pensionistico deve essere uguale o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale (per il 2022, esso è di 468,10 euro).
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I lavoratori che sono nati nel 1958 possono congedarsi in anticipo al raggiungimento del solo requisito contributivo. Esistono, infatti, due ulteriori strumenti previsti dalla legge, la cd. Quota 41, destinata ai lavoratori precoci, e la pensione anticipata ordinaria.
Per la pensione anticipata ordinaria sono obbligatori almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi di contributi (per le donne); non c’è, dunque, nessun limite anagrafico. In altre parole, se un contribuente è nato nel 1958 e ha 64 anni di contributi, può beneficiare di questa misura.
Stesse regole valgono anche per Quota 41, rivolta ai lavoratori precoci. Si appartiene a tale categoria se, prima del compimento dei 19 anni di età, si è versato almeno 12 mesi di contributi. Per usufruire della pensione in anticipo con tale strumento, inoltre, bisogna avere 41 anni di contribuzione; dunque, non conta l’età anagrafica.
I lavoratori che hanno 64 anni e possiedono il montante contributivo utile per l’APE Sociale, possono inoltrare domanda di pensione. Tale possibilità è destinata a coloro che hanno compiuto almeno 63 anni, hanno 30 anni di versamenti ed, inoltre, sono:
Per i lavori usuranti e gravosi, inoltre, oltre ai 63 anni di età, sono necessari 36 anni di contributi. Di recente, la Legge di Bilancio 2022 ha introdotto uno sconto contributivo di 4 anni per i lavoratori edili e i ceramisti che, quindi, già da quest’anno potranno beneficiare della misura anche solo con 32 anni di contributi.
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