L’acqua frizzante è sempre più introvabile nei supermercati e le poche bottiglie che ci sono hanno prezzi elevati. Cosa sta succedendo?
C’è carenza di acqua frizzante e di bibite gassate a causa dell’impossibilità di reperire l’anidride carbonica. I consumatori devono cambiare abitudini.
Tra le tante emergenze degli ultimi mesi troviamo l’irreperibilità dell’anidride carbonica. È sicuramente uno dei mali minori rispetto all’allerta per la siccità, all’inflazione crescente, ai numerosi contagi Omicron e alla guerra in Ucraina. Chiede, però, un ennesimo cambio di abitudini per gli italiani che non possono neanche bere la loro acqua preferita. Un ulteriore smacco nella spesa alimentare, già ridotta a causa dei prezzi stellari dei prodotti. Tra tante rinunce anche quella delle confezioni di acqua frizzante che in tante città non si riescono a trovare sugli scaffali dei supermercati. Molte aziende hanno cominciato a ridurne la produzione e alcune addirittura a bloccarla, come Sant’Anna.
Il problema dell’irreperibilità dell’anidride carbonica o dei costi elevati impossibili da sostenere per le aziende creerà difficoltà nella produzione di acqua frizzante e bibite gassate almeno fino a fine agosto. La situazione è già grave in diverse città italiane. A Torino l’acquisto è impossibile, gli scaffali sono vuoti anche in note catene commerciali come PAM e Carrefour. Stessa situazione in Emilia Romagna dove è stato imposto il divieto di non fare scorte nei supermercati hanno ancora delle confezioni di acqua frizzante. E poi c’è la Lombardia dove al massimo è reperibile l’acqua leggermente frizzante. Gli ordini partono ma la merce non arriva.
Inoltre c’è il problema dei prezzi. Il costo dell’anidride carbonica è aumentato di sette volte secondo Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato dell’azienda Sant’Anna.
L’emergenza si può tradurre in numeri per comprendere quanto sia reale. Una cisterna di CO2 che fino a poche settimane fa costava 3 mila euro, oggi ne costa 21 mila. Anche ad ordini effettuati, poi, il prodotto non arriva creando ulteriori difficoltà. Da qui la decisione di sospendere la produzione delle confezioni d’acqua partendo da quelle piccole da mezzo litro.
Un disagio per i consumatori che dovrebbe risolversi, secondo Bertone, nei prossimi mesi. Si necessita, però, di investimenti per aumentare la produzione di CO2 e far tornare la situazione alla normalità già da settembre. Nel frattempo, il presidente di Sant’Anna sottolinea un’altra problematica che potrebbe presentarsi a breve ovvero la carenza di azoto. Parliamo dell’elemento fondamentale per la conservazione dell’acqua nelle bottiglie, non solo di quelle frizzanti ma anche di quelle naturali. Ad oggi il rischio non c’è ma, di questi tempi, non si può escludere nessuna possibilità.
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