Enrico Letta, sottosegretario del PD, rilancia la proposta sulla patrimoniale. Togliere ai ricchi per dare ai 18enni. Questa volta il piano verrà realizzato?
Vestendo i panni di un moderno Robin Hood, Letta ripropone la patrimoniale sulle ricchezze milionarie per dare 10 mila euro ai giovani di 18 anni.
L’obiettivo di Enrico Letta continua ad essere lo stesso di un anno fa. Introdurre una patrimoniale per i super ricchi, i cittadini plurimilionari, per donare una dote di 10 mila euro ai neo diciottenni. Il piano viene rilanciato durante l’attuale campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. Si fa leva, dunque, sull’intento di ridurre le disuguaglianze sociali che in Italia sono presenti sia a livello generazionale che geografico. Togliere ai ricchi, ossia alle famiglie con un patrimonio superiore a 1 milione di euro, per trasferire parte della ricchezza ai giovani di 18 anni e dare loro una mano per iniziare la vita “da grandi”. Il PD, naturalmente, appoggia l’idea di Enrico Letta ma cosa ne pensano gli altri partiti?
Il centro destra ha cantato un sonoro “no” alla proposta della patrimoniale del sottosegretario del PD. Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega rimangono dell’opinione che il Partito Democratico sia il partito del “tassa e spendi” e cercheranno di convincere di questo atteggiamento anche gli elettori chiamati al voto tra un mese e mezzo circa.
Contrario alla patrimoniale anche il centro sinistra con Renzi che chiede a Letta se è consentito “morire gratis” e Calenda che mostra fermamente il proprio disappunto. Secondo il leader di Azione, infatti, ai giovani non servono soldi ma istruzione di qualità e un lavoro detassato. Stesso atteggiamento contrario da parte del Movimento 5Stelle mentre la Sinistra Italiana appoggia la patrimoniale sui ricchi ma non il trasferimento dei soldi ai 18enni.
La patrimoniale ha delle falle che giustificano il “no” alla proposta. Innanzitutto colpisce cittadini che, sebbene abbiano un patrimonio rilevante che tante persone non accumulerebbero in più vite, pagano imposte rilevati per contribuire al mantenimento dell’apparato statale. IRAP, IVA, IRPEF, IMU, imposte sulle transazioni finanziare, bollo auto, imposte sui redditi di natura finanziaria, tasse di donazioni e successioni sono solo alcuni dei “contributi” dati al Fisco.
Chi è riuscito con sacrifici ad accumulare una fortuna per vivere più che agiatamente e ha ottenuto la ricchezza onestamente ha il diritto di godere i frutti del suo operato senza dover dare più di quanto già versa. Inoltre, cosa significherebbe per un giovane di 18 anni ritrovarsi con 10 mila euro senza aver fatto nulla per meritarseli? Dal punto di vista demagogico il ragionamento è completamente sbagliato. Prendere ai ricchi per dare ai “poveri”, a chi non ha ancora nemmeno tentato di costruirsi un futuro con le proprie mani, quale insegnamento può dare la patrimoniale? Ciò non significa che non servano aiuti da erogare ai giovani volenterosi.
Lo Stato deve garantire a tutti i neo maggiorenni di poter spiegare le ali e volare ma fornendo motivazioni, lavoro, retribuzioni adeguate al costo della vita e la certezza di poter arrivare ad avere un futuro solido. Farli adagiare su 10 mila euro proprio nel momento in cui devono cominciare ad assumersi le proprie responsabilità significa tarpargli le ali perché impedirebbe loro di conoscere il sacrificio, la fatica, la soddisfazione personale e l’orgoglio di cavarsela da soli avendo, però, gli giusti strumenti per agire.
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