Non tutti i turisti sono a conoscenza dei possibili rischi che possono scaturire dal rubare le cose da un albergo.
È possibile sottrarre oggetti dagli hotel, durante il soggiorno? Quali sono le conseguenze di questo gesto? Si possono evitare le sanzioni?
Si tratta di una circostanza in cui, quasi sicuramente, tutti si sono trovati, almeno una volta nella vita. Chi, infatti, non ha mai sottratto un oggetto da un albergo, dopo una vacanza? Dall’accappatoio alle ciabatte o alle grucce e ai prodotti del frigobar, può essere davvero lunga la lista della refurtiva.
Rubare negli hotel è, innanzitutto, un gesto deplorevole dal punto di vista etico oltre che giuridico; tutto quello che si trova in una camera d’albergo, infatti, non è assolutamente pensato per essere prelevato bensì per restare a disposizione dei futuri clienti.
Dunque, anche se si tratta di una condotta quasi sempre tollerata, rubare oggetti dalle stanze degli hotel costituisce reato. Scopriamo, dunque, cosa prevede la legge e a cosa si va incontro se si svaligia un albergo.
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Quali sono le cose che maggiormente derubate da coloro che alloggiano in un albergo? In base ad alcuni sondaggi sottoposti agli albergatori, al primo posto ci sono gli asciugamani. Ci sono, però, tanti altri oggetti, molti anche inimmaginabili; ad esempio, molti turisti portano a casa l’accappatoio, le saponette (o l’intero kit bagno), i telecomandi, i cuscini, ma perfino le lampadine, le tende e le stoviglie.
Dal sondaggio, inoltre, è emerso che un “classico” dei ladruncoli è, addirittura, appropriarsi indebitamente della Bibbia, se presente in stanza.
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Cosa rischia, realmente, chi sottrare gli oggetti dall’albergo? Ebbene sì, la condotta illecita integra il reato di furto. Il codice penale, infatti, all’articolo 624, stabilisce che “chiunque si impossessa di un bene mobile altrui, sottraendolo a chi lo detiene, al fine di trarne un vantaggio, è punito con la reclusione fino a tre anni”.
Portare via con sé quello che si trova in una struttura, al termine della permanenza, equivale a rubarlo, perché gli oggetti fanno parte di un servizio offerto dall’hotel ai propri clienti. Non si tratta, quindi, di “souvenir” da tenere.
Si compie, dunque, un gesto molto grave, assimilabile al furto compiuto in una casa altrui.
Rubare in un albergo costituisce, dunque, un’ipotesi di furto. Per tale ragione, non è condivisibile la tesi di chi, invece, annovera la condotta, nella fattispecie dell’appropriazione indebita. Si tratta di un reato molto simile al furto, ma diverso.
In cosa consiste l’appropriazione indebita e in che modo differisce dal reato di furto? Mentre, affinché si realizzi un furto, è necessario che il ladro sottragga l’oggetto a colui che lo tiene con sé (ad esempio, il furto di un portafogli), nel caso dell’appropriazione indebita, l’oggetto di cui ci si impossessa indebitamente deve trovarsi già nella disponibilità del soggetto. Un’ipotesi di appropriazione indebita, ad esempio, si ha quando si presta qualcosa ad un amico e non avviene la restituzione.
Alla luce di questa precisazione, portare via oggetti da un albergo è necessariamente un caso di furto. Il cliente, infatti, non ha possesso dell’accappatoio, delle asciugamani o delle riviste dell’hotel; il possesso, in realtà, è legato al fatto che si possa esercitare sulla cosa un determinato potere, simile a quello del proprietario. In relazione a ciò che si trova in una struttura recettiva, invece, questo discorso non vale, perché tutto viene semplicemente messo a disposizione dei turisti, per il solo periodo del soggiorno.
Per quanto riguarda, infine, la sanzione, il codice penale prescrive che il reato di furto venga punito con la reclusione fino a 3 anni. Attenzione, quindi, quando si va in vacanza e si alloggia in un albergo, perché ci sono delle specifiche regole di condotta da dover rispettare, per non infrangere la legge e pagarne le conseguenze.
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