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Finanza

Superbonus 110% in crisi? Ecco le richieste del settore edile per rilanciare i bonus edili

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Ideati da una parte a favorire l’efficientamento del parco residenziale del nostro paese e dall’altra per ridare slancio al settore edilizia dopo la pandemia, i bonus fiscali e in particolare il Superbonus 110% vivono una situazione di grave crisi legata alle falle del meccanismo della cessione del credito.

Le agevolazioni nel campo dell’edilizia si sono trasformate in vere e proprie sabbie mobili per moltissime imprese di costruzioni, che adesso rischiano davvero di finire a tappeto – vittime di regole mal organizzate e di falle nel meccanismo dei bonus varati dal Governo.

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Ebbene sì, all’inizio per il Superbonus 110% e gli altri benefici di ambito edilizio non erano mancati entusiasmo e ottimismo per il successo dell’iniziativa, ma ore le cose non stanno andando affatto come programmato.

C’è chi parla di flop totale dell’iniziativa, che rischia di trascinare nel baratro decine di migliaia di imprese, ora bloccate e vicine al fallimento, con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare per i lavoratori del settore edile.

Ma come stanno le cose realmente? Proviamo a fare luce sulla situazione e a vedere in sintesi se davvero c’è la luce in fondo al tunnel o se l’esperienza del Superbonus 110% e degli altri bonus dell’edilizia si concretizzerà in un gigantesco boomerang, con effetti dannosi per non poche persone. I dettagli.

Superbonus flop: cosa rischiano i proprietari di abitazioni

Non solo imprese edili in grave crisi e a rischio ko, ma anche decine di migliaia di cittadini italiani che avevano scommesso sui vantaggi del Superbonus 110% e che ora debbono sostenere il problema dei lavori non terminati, delle controversie insorte e il rischio tutt’altro che remoto di dover pagare i lavori di tasca propria.

Senza contare che in questa situazione rischiano anche i proprietari di immobili, i cui lavori siano già stati ultimati. C’è infatti il pericolo contestazioni e all’orizzonte la possibilità di dover ridare indietro tutto l’importo del Superbonus 110%, insieme alle sanzioni AdE nient’affatto ridotte, ma talvolta anche pari al 100% dell’importo ricevuto. Insomma ciò che voleva rappresentare un meccanismo per sistemare un’abitazione singola o un condominio, rischia seriamente di diventare l’esatto opposto – considerando anche che l’Agenzia delle Entrate ha tempo fino al 2030 per rivalersi sui beneficiari.

A fare le spese di questi intricati, farraginosi e talvolta incoerenti meccanismi del Superbonus sono dunque non soltanto le imprese edili, ma anche gli stessi privati cittadini che hanno scommesso sulla bontà dell’iniziativa. Per loro il rischio restituzione del bonus più sanzioni è purtroppo concreto.

Superbonus 110%: il problema della cessione del credito

La situazione parla chiaro: i crediti sul Superbonus 110% sono acquistati all’85-90% nella migliore delle ipotesi, ma la percentuale che scende al 65-70% per il bonus facciate e altri bonus sempre di ambito edilizio. Sempre che detti bonus siano di fatto venduti: qual è allora il risultato di questa situazione? Ebbene nei cassetti fiscali si trovano al momento crediti per ben 5 miliardi di euro che non vuole acquistare (quasi) nessuno, ma pare che la cifra possa essere anche molto più alta – a non voler seguire le stime ‘ufficiali’ dell’Agenzia delle Entrate e a fare riferimento a dati di altre fonti.

La radice del problema sta nel meccanismo della cessione dei crediti fiscali, che in questi mesi ha mostrato tutte le sue problematiche e tutti i suoi punti deboli. Ebbene, proprio questo meccanismo era stato ideato per permettere a tutti di sfruttare le agevolazioni edilizie, e dunque non soltanto a chi ha disponibilità economiche di sfruttare i bonus fiscali attraverso le detrazioni fiscali. Con le cessione del credito fiscale, l’interessato infatti può cedere a terzi i propri crediti fiscali, per incassarli nell’immediato.

L”imprevisto’ però è ben noto: le frodi emerse già da novembre scorso e documentate nei fatti di cronaca non lasciano dubbi sugli intenti truffaldini di molti. Ecco perché l’Esecutivo ha scelto di irrigidire le regole sulla della cessione del credito Superbonus 110%, ottenendo però anche un effetto collaterale molto negativo – il blocco del mercato dell’edilizia.

Cosa fare per risolvere l’emergenza Superbonus 110%

Di certo una situazione ingarbugliata, su cui soltanto un illuminato intervento del Governo può rappresentare una soluzione efficace. Senza contare anche la novità del rialzo dei tassi di interesse, che ha contribuito al peggioramento delle condizioni e ad un clima di sfiducia generalizzata.

Vero è che negli ultimi provvedimenti del Governo c’è la possibilità di cedere i crediti anche ai soggetti IVA, estendendo la platea dei potenziali compratori, prima circoscritta esclusivamente a banche e soggetti istituzionali. Ma qui è l’inghippo: pochissimi soggetti Iva li stanno comprando in quanto, anche se acquistati da un istituto di credito, sarebbero poi tenuti a rispondere in solido di possibili irregolarità. Insomma, i rischi continuano ad essere molti.

Cosa può fare il Governo a questo punto? Ebbene, potrebbe seguire le richieste del settore dell’edilizia, ovvero: consentire che chi acquista crediti dalle banche di non compiere altri controlli. Altra richiesta delle imprese edili è che Cassa Depositi e Prestiti e Poste riprendano a comprare i crediti fiscali, per dare uno scossone e un segnale favorevole a tutto il mercato.

Viste le problematiche emerse, è invece ancora presto per parlare di Superbonus e bonus edilizi strutturali, anche se questa sarebbe in verità la sola via per consentire di ammodernare in modo agevolato la maggioranza delle abitazioni degli italiani.

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