Chi compie 63 anni nel 2022 e vuole andare in pensione si trova davanti ad un bivio. È meglio approfittare degli scivoli attuali o attendere l’anno nuovo?
I lavoratori prossimi alla pensione devono decidere in fretta del proprio destino. Uscire subito dal mondo del lavoro o attendere le novità per porterà il 2023?
Il tema della pensione è molto caldo da quando la Riforma delle Pensioni è ripartita da zero in seguito alla caduta del Governo Draghi. In campagna elettorale i politici promettono mari e monti ma sarà solo alla resa dei conti che si saprà quali direttive verranno realmente applicate nel 2023. A quanti anni potranno andare in pensione i lavoratori? Quanti contributi serviranno? Ci saranno gli scivoli per l’uscita anticipata oggi garantiti dall‘APE Sociale e da Opzione Donna? Le domande sono molte e le risposte quasi nulle. Eppure tanti lavoratori sono chiamati a decidere in fretta il loro futuro. Parliamo di coloro che sono prossimi alla pensione, anzi di chi avrebbe già i requisiti per lasciare il mondo del lavoro.
Poniamo il caso di un lavoratore che ha compiuto 63 anni nel 2022 e vanta 39 anni di contributi versati. È lecito domandarsi se gli convenga uscire subito dal mondo del lavoro oppure attendere le novità che verranno introdotte nel 2023. Iniziamo con le opportunità di oggi, Quota 100 e l’APE Sociale. Quest’ultima è in scadenza il 31 dicembre 2022 e sebbene si parli di proroga non esiste alcune certezza in tal senso. Non sfruttare subito l’occasione di andare in pensione anticipatamente potrebbe far pentire amaramente il lavoratore qualora con l’anno nuovo lo scivolo dovesse sparire. Questa è una paura che in tanti hanno ma è bene sapere che è priva di fondamento. Per il meccanismo della cristallizzazione del diritto, infatti, una volta raggiunti i requisiti necessari per accedere ad una misura non si perde il diritto alla prestazione, nemmeno se cessa di esistere. Se il lavoratore può accedere all’APE Sociale nel 2022 potrà farlo anche nel 2023 indipendentemente dalla proroga.
Quota 100 è un’alternativa da valutare volendo uscire dal mondo del lavoro a 63 anni già nel 2022. Risulta più vantaggiosa rispetto all’APE Sociale, una misura che non prevede tredicesima, non dà diritto a maggiorazioni o integrazioni, non è reversibile e non può superare i 1.500 euro di importo.
Quota 100, invece, permette di andare in pensione a 62 anni di età con 38 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2021. Torna in gioco il meccanismo di cristallizzazione che consente a tutti i lavoratori che hanno maturato i requisiti lo scorso anno di approfittare dello scivolo nel 2022 e per il resto della vita accettando meno vincoli rispetto all’APE Sociale. Attualmente, dunque, sono queste le possibilità per un lavoratore di 63 anni che vuole andare in pensione. Le misure future, invece, sono ad oggi solo ipotesi che diventeranno realtà o meno con la Legge di Bilancio 2023.
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