Il pignoramento sullo stipendio o la pensione, in alcuni casi, è purtroppo inevitabile. Ma quante volte può essere effettuato?
Il pignoramento può avere ad oggetto non solo conti correnti, beni mobili ed immobili e autovetture, ma anche lo stipendio o la pensione.
Può esserci, tuttavia, più di un pignoramento sullo stipendio o sulla pensione? Purtroppo, si tratta di una condizione nella quale si trovano parecchi debitori inadempienti. Se, infatti, il destinatario di un prestito o un mutuo paga in ritardo o, addirittura, non paga, può incorrere in questo “inconveniente”.
Nella maggior parte dei casi, si procede prima in via extra- giudiziale e si tenta di sistemare la faccenda. Qualora questa soluzione non portasse ad un esito soddisfacente, allora il creditore può decidere di far emettere un decreto ingiuntivo, cioè un titolo esecutivo da parte del tribunale, con il quale si intima il debitore ad pagare, entro un determinato lasso di tempo.
Il creditore, quindi, attraverso il processo esecutivo, può pretendere l’adempimento da parte del debitore insolvente e, tramite l’istituto del pignoramento, può soddisfare la sua pretesa.
Vediamo, dunque, come funziona tale istituto ed in che modo può aggredire lo stipendio o la pensione.
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Poiché il pignoramento comporta delle conseguenze molto gravi, è necessario conoscerne gli aspetti principali ed imparare a difendersi da eventuali soprusi. Innanzitutto è bene sottolineare che necessita dell’emanazione di un precetto da parte del giudice. Di conseguenza, nessun altro è autorizzato a pretendere con mezzi coercitivi l’adempimento del debitore, neanche le società di recupero crediti.
Attenzione, quindi, se si ricevono minacce o intimidazioni da parte di tali società, perché la legge mette a disposizione del soccombente degli strumenti di tutela.
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Il pignoramento può avere ad oggetto numerosi beni, sia mobili (come gioielli ed oggetti di valore) sia immobili, ma non solo. Può riguardare, infatti, anche conti correnti, stipendi e pensioni.
Quindi, nel caso in cui il debitore sia insolvente, verrà emesso un decreto ingiuntivo ed un precetto e, se dovesse continuare ad essere tale, si procederà con il pignoramento dei suoi beni, da parte degli ufficiali giudiziari.
Il pignoramento è previsto dal Primo Capo del Titolo II del Libro III del codice di procedura civile. Come prevedono gli articoli del codice, non tutti i beni possono essere oggetto di pignoramento. I seguenti averi, infatti, sono impignorabili:
Il pignoramento, dunque, può riguardare anche la pensione o lo stipendio. In queste ipotesi, tuttavia, la legge fornisce una serie di tutele per il debitore pensionato o lavoratore; esiste, infatti, un minimo vitale che non può essere pignorato in alcun caso. La cifra varia annualmente, in base all’andamento dell’inflazione. Per il 2022, quella relativa alla pensione corrisponde a 690,42 euro.
Per quanto riguarda lo stipendio, invece, la legge non prevede il minimo vitale impignorabile ma altre tipologie di garanzie, per la decorosa sopravvivenza del lavoratore. C’è, dunque, un limite proporzionale: la quota massima pignorabile, cioè, è di un quinto dello stipendio netto. Per esempio, se la paga è di 1000 euro, l’importo massimo da poter pignorare è di 200 euro.
Il risvolto negativo di questo metodo di calcolo, però, consiste nel fatto che è consentita l’aggressione allo stipendio del debitore nella misura di un quinto anche quando il suo ammontare è molto esiguo.
I limiti al pignoramento dello stipendio e della pensione esistono perché la Carta Costituzionale garantisce il diritto, per tutti, di vivere una vita dignitosa.
Nel caso in cui ci siano più creditori che intendono iniziare un pignoramento sullo stesso stipendio, la legge impone il rispetto di alcune regole. In particolare:
In definitiva, è consentito più di un pignoramento sullo stipendio o sulla pensione.
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