I lavoratori con disabilità, oppure i loro familiari, hanno l’opportunità di usufruire di permessi lavorativi legge 104.
Per poter ottenere questi tre giorni di permessi retribuiti al mese (frazionabili anche in ore), è necessario essere lavoratori dipendenti, anche se con un’occupazione part-time, assicurati per le prestazioni di maternità presso l’INPS.
Inoltre la persona per cui vengono richiesti deve trovarsi in una situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104. Ovviamente riconosciuta dalla commissione medica integrata ASL/INPS. Chi necessita di assistenza non deve risultare ricoverata presso strutture ospedaliere o simili che garantiscono supporto sanitario continuo. In alcuni casi è possibile anche cumulare i giorni di permesso se le persone con disabilità grave da assistere sono due.
Una lettrice ha inviato il seguente quesito: “Salve, volevo avere conferma se si possono prendere 3GG + 3GG per assistenza a 2 disabili. Una è mia mamma (vedova/convivente) l’altro è mio fratello (celibe) sempre con residenza nella mia casa. So che questa possibilità è di recente stata inserita dall’INPS. Potrei usufruire di 6 GG al mese? Grazie per le info.”
I tre giorni di permesso spettano, oltre che ai lavoratori dipendenti con disabilità in situazione di gravità, anche a:
Il diritto può essere esteso ai parenti e agli affini di terzo grado in casi specifici. Ossia quando i genitori, il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto del disabile abbiano compiuto i 65 anni di età, siano affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti.
I tre giorni di permesso non spettano invece a:
Come evidenziato dalla circolare INPS n.32/2012, in caso sia necessario assistere più familiari disabili, il lavoratore ha la possibilità di cumulare più permessi solo a patto che il familiare da assistere sia il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto, oppure un parente o un affine entro il primo grado. È ammesso il cumulo per un solo lavoratore per l’assistenza a parenti o affini fino al secondo grado nel caso in cui i genitori, il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona con disabilità grave abbiano compiuto i 65 anni. Oppure siano affetti da patologie invalidanti, risultino deceduti o mancanti.
Ma non solo. Bisogna anche accudire i familiari disabili in maniera disgiunta. Ossia dimostrare che abbiano bisogno di assistenza con modalità e tempi differenti, non sovrapponibili. Se è possibile invece assisterli contemporaneamente, l’INPS potrebbe non accogliere la richiesta.
In merito al caso esposto dalla lettrice, esiste l’opportunità di richiedere i 3 giorni + 3 giorni di permesso per seguire madre vedova e fratello celibe se entrambi risultano disabili in situazione di gravità. A condizione che sia effettivamente necessario prestare la sua assistenza in momenti diversi, soprattutto in considerazione del fatto che vivono tutti sotto lo stesso tetto.
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