Le tisane, il pesto alla genovese, alcuni integratori alimentari e il tè al finocchio fanno male? La domanda è d’obbligo dopo le ultime scoperte.
La Ricerca non si ferma mai e grazie ai numerosi studi comprendiamo sempre di più gli effetti benefici – o meno – degli alimenti che assumiamo tutti i giorni.
Ci sono alcuni prodotti che siamo abituati a mangiare o bere sapendo che “fanno bene”, come ad esempio i tè e le tisane. Esistono poi i prodotti industriali, che possono essere più o meno di qualità. E poi in cucina usiamo erbe e spezie per cucinare le nostre ricette preferite.
La Scienza però va oltre alle conoscenze acquisite finora, e scopre sempre nuove cose. Uno degli ultimi studi mette “dubbi” per quanto riguarda alcuni alimenti. O meglio, sulle sostanze naturalmente presenti in essi. Che, ad alte concentrazioni, potrebbero addirittura essere cancerogene e genotossiche.
Parliamo di elementi come gli alchenilbenzeni, presenti nelle erbe e spezie che usiamo abitualmente, come basilico e finocchio. Il “dilemma” risiederebbe nella quantità di alcune sostanze che vengono usate per aromatizzare i cibi industriali. Come appunto il Pesto al Basilico o le Tisane al Finocchio. Così come le salse e i sughi contenenti prezzemolo, noce moscata o cannella, altre spezie dove la presenza di alchenilbenzeni è già elevata in natura. Vediamo dunque quali sono le conclusioni dell’ultimo studio.
Gli studi sugli effetti degli alchenilbenzeni sulla salute dell’uomo non sono ancora completi. Ma tracciano una prima via su cui approfondire. Il Team di scienziati che ha analizzato determinate sostanze punta più che altro l’accento sulle quantità da consentire nell’ambito industriale.
La discussione, dunque, è ancora aperta. Già alcuni anni fa, alcuni ricercatori dell’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, e dell’Università di Milano eseguirono degli esperimenti. Elevate quantità di alchenilbenzeni somministrate agli animali da laboratorio hanno innescato su di essi tumori al fegato. Nei primi anni 2000, il Comitato Scientifico per l’Alimentazione (SCF) della Commissione Europea valutò sostanze come il safrolo, il metileugenolo e estragole come cancerogeni mutageni. La proposta fu quella di “individuare un limite di uso negli alimenti industriali”. Addirittura, per quanto riguarda gli integratori alimentari, non esisterebbe alcun limite.
L’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) ha in pratica riassunto le conoscenze raccolte fino ad ora sulla eventuale tossicità di diversi alchenilbenzeni negli alimenti e lo ha pubblicato sulla rivista scientifica “Foods”.
In un estratto della ricerca effettuata leggiamo le considerazioni degli esperti. Anche se ulteriori studi dovranno essere effettuati, “I consumatori devono sapere quale delle loro abitudini di consumo alimentare potrebbe comportare livelli elevati di assunzione di alchenilbenzeni genotossici per poter prendere decisioni informate, se scegliere o meno un determinato alimento aromatizzato o naturale contenente alchenilbenzene.”
Le Leggi attuali vietano di aggiungere le sostanze sopra citate agli alimenti. Ma è opportuno comprendere che la presenza naturale in alcuni aromatizzanti potrebbe esporre i consumatori ad un’assunzione eccessiva. Finocchio, Prezzemolo, Basilico, Oli Essenziali alimentari, Anice Stellato, Pepe Nero, Dragoncello, Noce moscata e Macis sono dunque tutti aromatizzanti sotto la lente d’ingrandimento.
Ciò non significa che bere una tisana o mangiare un sugo pronto faccia male, ma che con l’artefazione industriale degli alimenti potremmo nel lungo periodo andare incontro a problemi di salute. Conclusioni, però, davvero quasi impossibili da dimostrare. Anche per gli scienziati che lavorano su più fronti e che cercano di permettere ai governi di tutelare la salute dei cittadini. Ma una conoscenza più approfondita non può certamente che aumentare la consapevolezza, e di conseguenza permettere di scegliere al meglio per la propria salute.
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