Quali sono i consumi di un piano cottura a induzione, quanto incide sulla bolletta? Calcoli, esempi, pro e contro e dettagli
Sono in tanti a chiedersi quali possano essere i consumi di un piano cottura ad induzione e quanto possa incidere in bolletta, se conviene, quali i pro e contro. A seguire alcuni dettagli al riguardo, con calcoli ed esempi.
Si tratta di un sistema che via via è andato diffondendosi nelle cucine degli italiani, il piano cottura a induzione, che presenta in quanto tipo di prodotto, dei pro e di contro.
Nel momento in cui ci si trova davanti alla possibilità di sceglierne uno, vari possono essere gli interrogativi. Ad esempio quello del consumo, o ancora se conviene maggiormente il piano cottura ad induzione oppure a gas.
Ecco dunque a seguire alcuni aspetti circa i consumi di un piano cottura a induzione, pro e contro, quanto incide in bolletta e altri aspetti da approfondire.
Quando si parla di consumi e delle riflessioni legate al costo in bolletta, tanti gli elementi rilevante. Per quanto riguarda il piano cottura ad induzione, in una riflessione generale va detto che vi sono pro e contro. Tra gli aspetti positivi di certo c’è il design, dunque un fattore estetico. Ma anche la facilità di pulizia e il fatto che consente una cottura più veloce del cibo.
Sulla differenza tra il piano ad induzione rispetto al gas, è sufficiente far bollire l’acqua con l’uno e l’altro sistema e verticale il tempo di impiego nel primo e nel secondo caso.
Tuttavia, vi sono anche dei contro da tener presente, dal momento che talvolta nella riflessione non si tiene conto dell’aumento dei costi dell’energia elettrica. Così come, ancora, della spesa da fare per le pentole ad hoc che vanno comprate.
Un aspetto su cui riflettere riguarda il consumo dell’energia. Un piano di questo tipo può avere un costo all’incirca di centodieci – cento quindici euro a famiglia, rispetto ad una famiglia media di quattro componenti.
Tali dati però fanno riferimento al 2020, ovvero in un periodo in cui i prezzi dell’energia erano minori.
Ad ogni modo, procedere al calcolo dei consumi del piano induzione soltanto secondo il kilowattora, si legge, non è utile, visto che non considera la riduzione del tempo di cottura degli alimenti.
Così come dell’aumento anche del prezzo del gas e della possibilità oppure del fatto che possa esser necessario l’aumento della fornitura di energia elettrica. Così da evitare di sospendere le altre attività di tipo domestico a causa degli strumenti energetivori impiegato insieme al piano a induzione.
Potrebbe non esser necessario ciò nel caso di scelta dei modelli più recenti, a differenza invece di elettrodomestici magari non proprio nuovi.
In merito al funzionamento del piano cottura di questo tipo, non vi è produzione di calore, ma il riscaldamento delle pentole. In virtù del fatto che non vi è dispersione termica, la performance energetica è maggiore al confronto di altri piani cottura non a gas.
Efficienza del sistema, con impiego però di specifico pentolame. Tra le ragioni che potrebbero far optare per una scelta diversa da quella di questo tipo, può esservi ad esempio un recente investimento in pentole non adatte a tale soluzione.
Occorre tener presente che si potrebbero comprare delle piastre, piastrelle che consentono l’adattamento della pentola al fornello ad induzione.
Altro aspetto che fa si che tale sistema non sia talvolta la prima scelta, è legato al costo elettrico. Spesso si ritene che il consumo sia più alto, dal momento che si fa rifermento al kilowattora consumato.
Nel 2020 i calcoli indicano che il costo per famiglia (quattro componenti) i quali cucinano tutti i giorni colazione, pranzo e cena con cucina a gas, siano all’incirca pari a novantadue / novantacinque euro annui.
Rispetto al piano a induzione, i costi medi crescono un pochino, arrivano ai centododici / centoquindici euro annui. Un costo che va poi rivisto a causa dell’aggiornamento costi di energia del 2022. Costi in aumento per l’energia e in particolar modo circa il gas.
Occorre poi riconsiderarli anche a seconda dei tempi che si impiegano per cucinare con l’uno e con l’altro piano, con il 2° che consente un impiego minore e più veloce.
Tra le critiche più grandi inerenti il piano a induzione, vi è quella legata al rischio che salti il contatore. Una possibilità, si legge, ancora reale qualora si optasse per un piano di vecchia generazione.
Nel caso di una scelta legata a sistemi dalla maggior efficienza, questi consentono un consumo al max di 1,5Kw ora, all’incirca. Un numero che non porterebbe il contatore a saltare.
Qualora si dovessero utilizzare al contempo più elettrodomestici, e si pensi ad esempio allo scaldabagno, si potrebbe in tal caso presentare la questione dell’aumento fornitura.
Poi, si legge ancora, tal piano prevede un investimento iniziale il quale può andare anche oltre i mille euro qualora si opti per sistemi maggiormente avanzati e con diverse zone di cottura. A ciò va aggiunto un consumo elettrico maggiore e quello maggiorato dell’aumento dei kilowatt.
Per tali e per tutte le varie ragioni e motivazioni, è opportuno ricevere e chiedere consigli, al proprio gestore energetico, circa un eventuale aumento di potenza elettrica, in particolare riguardo famiglie numerose e con possibilità di impiego di più elettrodomestici nel medesimo tempo.
In media, passare da tre a quatto kW di potenza costa all’incirca venticinque – trentacinque euro una tantum. Traduzione in bolletta, all’incirca di due-tre €/mese.
Meglio il piano a induzione o gas? I diversi elementi accennati in generale circa il consumo possono aiutare a chiarire un po le idee, ma occorre ed è importante valutare i diversi pro e contro dei due sistemi a confronto.
Generalmente circa quello a gas, è ritenuto maggiormente pericoloso. Quello ad induzione, da un punto di vista generale ha un consumo maggiore, anche se vi è meno tempo di impiego.
Un aspetto che incide è anche quello dell’investimento iniziale. Nel caso di un piano ad induzione ad alta efficienza, il costo all’anno di gestione sarà minore. Consumerà meno e non richiederà di aumentare i kilowatt.
Però occorrerà un investimento all’incirca di cinquecento € o più nel dispositivo. Viceversa, spendendo meno, saranno i costi energetici a salire.
Questi, alcuni dettagli generali. Ad ogni modo è bene ed opportuno che ciascuno si informi, approfondisca e chiarisca i propri eventuali dubbi. Anche tramite confronto con esperti del campo e soggetti competenti in materia, per saperne di più.
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