Matteo Salvini lancia la proposta del ritorno del servizio militare anche su base regionale. Cosa significa e cosa potrebbe comportare?
Il servizio militare obbligatorio tornerà ad essere una realtà? Cerchiamo di comprendere il vero significato della proposta di Salvini.
Correva l’anno 2005 quando l’obbligatorietà del servizio militare diventò inattiva per volere della Legge Martino. Ora, nel 2022, Salvini parla di un possibile ritorno in caso di vittoria alle elezioni del 25 settembre. Il tema della leva militare è sempre stato molto caro al politico. Il suo parere è che il servizio militare possa educare i giovani e insegnarli un po’ più di rispetto. In poco tempo, dunque, potrebbe essere ripristinato dato che non è mai stato abolito ma solo reso inattivo – così come la Legge Fornero. La proposta è realmente realizzabile?
Per Matteo Salvini è sufficiente sistemare qualche caserma per dare nuova vita alla leva militare. La coscrizione obbligatoria di una classe è nata, ricordiamo, contemporaneamente al Regno d’Italia e poi confermata con la Repubblica. La Costituzione Italiana sancisce nell’articolo 52 come la difesa della patria sia sacro dovere del cittadino e stabilisce l’obbligatorietà del servizio militare secondo modalità stabilite dalla Legge. Nel 2005, invece, la Legge Martino ha sospeso l’obbligo e le Forze Armate si sono trovate ad adottare un sistema nuovo di esercito militare, formato da professionisti e soggetto a reclutamento volontario. Tramite concorso pubblico si selezionano i candidati da inserire nelle Forze Armate.
La sola sospensione dell’obbligo, dunque, faciliterebbe l’azione di Salvini in relazione al ripristino del servizio militare. Ci sarebbe, però, una novità ossia l’istituzione della leva anche su base regionale. Cosa significa?
La proposta di Salvini prevede che le persone non debbano spostarsi dalla regione di residenza per effettuare il servizio militare. Le parole del politico sono state “mandare quello di Trento a Catania e quello di Catania a Trento” non sarà necessario. Restare nei confini regionali non è l’unica modifica che sarà apportata alla leve. Il progetto è di introdurre l’insegnamento delle prime nozioni di pronto soccorso, pronto intervento e tutela dei boschi. Un’educazione più ampia, dunque, che potrebbe servire a ragazzi e ragazze per crescere e imparare a rispettare sé stessi e gli altri.
Molti la citano come una proposta romantica che, però, è difficilmente realizzabile. Il ritorno alla leva obbligatoria sembrerebbe, infatti, inapplicabile come già detto nel 2019 da Elisabetta Trenta alla guida del Ministero delle Difesa. Eppure Salvini insiste con questa idea desideroso di stabilire vecchie regole che, a suo parere, servirebbero per dare nuovi insegnamenti a dei giovani che preferiscono il Reddito di Cittadinanza ad un lavoro.
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