Ad alcune categorie di pensionati può scomparire la Tredicesima della Pensione. Ecco quando accade e il perché.
Ad oggi la pensione di vecchiaia garantisce le mensilità a tutti coloro che hanno rispettato i requisiti per ottenerla. Ma ad alcune categorie potrebbe essere “tagliata” la tredicesima.
Nel 2022, per andare in pensione ci vogliono 67 anni di età e almeno 20 di contributi. Esistono ovviamente delle eccezioni e dei casi particolari, come ad esempio l’APE Sociale. Dopo una vita di lavoro, tutti sogniamo di poterci riposare e godere di momenti sereni, magari realizzando quell’idea che avevamo da tempo.
L’importo dell’assegno mensile ovviamente varia in base al montante contributivo, ovvero tutti i contributi che sono stati versati durante la propria vita lavorativa, da dipendente, autonomo o entrambi. Più anni si aggiungono al montante e più alto sarà l’importo mensile. Infine, come sappiamo, la pensione è un reddito soggetto a tassazione, che viene calcolata in base a determinate fasce.
Calcolare la pensione e andare in quiescenza non è affatto semplice, soprattutto in virtù dei numerosi cambiamenti che i Governi attuano spesso. Sappiamo però, che una volta rispettati determinati requisiti possiamo fare domanda all’INPS. Una volta accettata ricevere l’assegno spettante. Con la tredicesima.
C’è però una categoria di pensionati alla quale la tredicesima può essere tagliata. Vediamo chi e per quale motivo.
Quando parliamo di pensione di vecchiaia dobbiamo anche considerare i casi di pensione anticipata. Può avvenire per diverse motivazioni. Ad esempio, esiste una formula denominata APE sociale. si tratta di un’indennità erogata dall’Inps riservata ad alcuni tipi di lavoratori che si trovano in uno stato di difficoltà economica. Questi possono chiedere di andare in pensione a 63 anni invece di 67. E ovviamente devono rispettare rigorosi parametri.
Per accedere all’APE sociale, infatti, bisogna aver lavorato come dipendente o autonomo. Ma dobbiamo rispettare uno dei seguenti requisiti: essere disoccupati ma con almeno 30 anni di contributi versati. Fare da caregiver a un familiare convivente che ha una grave disabilità, e sempre almeno 30 anni di contributi. Avere l‘invalidità civile superiore al 74% e sempre 30 anni di contributi. Oppure aver svolto uno dei lavori classificati dall’INPS come gravosi e avere 36 anni di contributi.
Se la misura viene accettata, il pensionato godrà dell’APE sociale fino al compimento dei 67 anni di età, ovvero quando entrerà a regime la vera pensione di vecchiaia. Essendo dunque l’Ape sociale una sorta di “ponte assistenziale”, non è regolato nel medesimo modo della pensione consueta. E quindi il richiedente percepirà 12 mensilità annue, senza la tredicesima.
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