Le pensioni di ottobre saranno incrementate da aumenti e arretrati. Cerchiamo di capire quanti soldi si otterranno in più.
Tra la rivalutazione delle pensione e l’erogazione di arretrati l’importo dell’assegno pensionistico di ottobre sarà più elevato.
Nonostante il malcontento generale, da ottobre scatteranno gli incrementi legati alla perequazione del 2% più il conguaglio dello 0,2%. Si parla di aumenti tra i dieci e i cinquanta euro che poco servono per sostenere le spese e i rincari legati all’inflazione. I pensionati erano in attesa di interventi ben più importanti ma le casse dello Stato non hanno denaro a sufficienza per poter attuare in modo completo la rivalutazione. Di conseguenza, ad ottobre scatterà un esiguo anticipo. Potrebbe, però, essere associato all’erogazione di arretrati per alcuni pensionati garantendo, così, una pensione più ricca. Facciamo due conti.
L’anticipo della rivalutazione da gennaio ad ottobre coinvolgerà le pensioni di importo compreso tra 500 e 2.692 euro (35 mila euro all’anno). Il Governo ha optato per la perequazione anticipata per cercare di sostenere economicamente i cittadini durante l’inflazione ma il mezzo non è in grado di far raggiungere lo scopo. La percentuale del 2% a cui si aggiunge un conguaglio dello 0,2% è insufficiente per risolvere i problemi dei costi eccessivi. Solo a gennaio sarà aggiunto, poi, un ulteriore 6% circa al fine di raggiungere il tasso di perequazione previsto per il 2023 ossia l’8%.
Al momento, dunque, di che cifre si parla? 10 euro in più sulle pensioni da 500 euro, 14 euro in più per le pensioni da 700 euro, 24 euro in più su una pensione da 1.200 euro, 40 euro di aumento su un assegno pensionistico da 2 mila euro e 52 euro in più per chi riceve 2.600 euro. Oltre allo scarso valore degli incrementi è possibile notare un’altra falla nel sistema. Gli aumenti maggiori riguardano le pensioni con importi più alti. I cittadini in maggiore difficoltà economica risultano doppiamente svantaggiati. Aggiungiamo, poi, che l’anticipo della rivalutazione non riguarda i percettori di assegni sociali e pensione di invalidità civile a completare un quadro incomprensibile.
Il meccanismo di rivalutazione anticipata dovrebbe scattare a ottobre e concludersi a dicembre. Sembrerebbe, però, che la misura possa essere retroattiva. Significa che i pensionati beneficiari dell’anticipo potrebbero ottenere gli aumenti spettanti non erogati nel mese di settembre. Pochi euro aggiuntivi in più, dunque, che poco influirebbero sulla possibilità dei cittadini di combattere l’inflazione. Meglio poco che niente, questo è certo, ma ci si chiede come sia possibile che non si riescano a mettere in campo interventi strutturali veramente efficaci. E il riferimento non è solo alle pensioni ma anche agli stipendi.
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