La fine dell’RdC potrebbe essere vicina. Con il nuovo Governo i percettori potrebbero dover dire addio alla misura di sostegno al reddito.
Il 25 settembre potrebbe essere il giorno in cui decretare la fine del Reddito di Cittadinanza. Diversi partiti, infatti, cancellerebbero la misura in caso di vittoria delle elezioni.
Le elezioni del 25 settembre stabiliranno chi andrà al Governo. Il nuovo esecutivo sarà subito chiamato alla definizione della Legge di Bilancio 2023 e alla presa di posizione in merito a diverse questioni aperte. Tra le più importanti citiamo il tema “pensioni” e quello del Reddito di Cittadinanza. Con riferimento al sistema pensionistico attivo durante l’anno nuovo i dubbi sono tanti e le ipotesi ancor di più. Le promesse avanzate in campagna elettorale non convincono i cittadini che temono il ritorno della Legge Fornero come unica spiaggia in cui attraccare. C’è, poi, la questione dell’RdC, misura alquanto discussa fin dalla sua introduzione. Nel 2023 i percettori diranno addio alla prestazione oppure continueranno a ricevere la ricarica mensile?
Ad oggi, è opinione diffusa tra i leader dei partiti politici che il Reddito di Cittadinanza debba sparire o quanto meno cambiare rispetto a come è attualmente definito. Solo il Movimento 5Stelle nella figura di Antonio Conte rimane fermamente convinto della necessità che l’RdC continui ad essere erogato alle famiglie bisognose.
Giorgia Meloni sostiene che sia assurdo che i giovani invece che lavorare siano seduti sul divano. Luigi di Maio ha modificato il suo pensiero sulla misura chiedendo di mantenerla per inabili al lavoro e disabili. Anche la Lega, Italia Viva e il Partito Democratico si trovano su posizioni contrarie al Reddito di Cittadinanza. Cosa si evince da tutto questo? Dato che il Movimento 5 Stelle ha scarse possibilità di vittoria, le ricariche dei prossimi mesi potrebbero essere le ultime.
Le promesse fatte in campagna elettorale dovranno essere mantenute. Chiunque salga al Governo, dunque, dovrà lavorare alla Legge di Bilancio considerando il taglio del cuneo fiscale (spesa di circa 4 miliardi di euro solo per lo sgravio contributivo del 2022), l’abbassamento dei costi in bolletta, gli scivoli pensionistici. Servono soldi per sostenere misure e progetti ma le casse dello Stato languono. Da dove prendere il capitale? La maggior parte dei partiti sono concordi nel sacrificare il Reddito di Cittadinanza in favore di interventi strutturali più favorevoli per tutti i cittadini.
Parliamo di 12 miliardi di euro che invece di essere spesi per l’RdC potrebbero servire per risolvere altri problemi. Non completamente, questo bisogna ammetterlo, ma rappresenterebbero un valido aiuto. La cancellazione non dovrebbe essere repentina. Fino a dicembre 2022 la ricarica dovrebbe arrivare. Poi ci potrebbe essere una fase di transizione in cui non verrebbero più accettate nuove domande o i rinnovi ma in cui si continuerebbe ad erogare i soldi ai vecchi percettori. Ci sarà, poi, un’alternativa alla misura o sparirà senza eredi? Anche questo dettaglio sarà determinante per ipotizzare lo scenario futuro. Solo di ipotesi, però, si tratterà fino a che la Legge di Bilancio 2023 non sarà redatta.
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