Per paura di ricevere una pensione più bassa rispetto al costo della vita sono in molti a sottoscrivere una pensione integrativa.
L’importo della pensione dipende, oltre che dall’aumento del costo della vita, anche dagli anni di contributi o dall’aver svolto lavori in modo discontinuo.
Sono molti i lavoratori che prima di andare in pensione valutano se questa è sufficiente per garantirsi un tenore di vita dignitoso. Infatti, spesso non bastano quelli dei contributi versati. Forse conviene creare una pensione integrativa. Ma in cosa consiste?
La pensione integrativa una misura di pensionamento privato che assicura nel tempo una rendita mensile che affianca la pensione INPS (o di un’altra cassa previdenziale). Viene anche chiamata pensione complementare.
Si tratta di versare ogni mese una quota a una compagnia privata, ad esempio Poste Italiane. Ma anche a banche o assicurazioni. In pratica, nello stesso modo in cui un datore di lavoro versa i contributi a un lavoratore. Nella pensione integrativa, è il lavoratore stesso a versare in modo volontario la quota stabilita.
Si chiama Postaprevidenza Valore il piano pensionistico di Poste Italiane che offre la possibilità di versare un minimo di 50 euro al mese. Tre sono i tipi di investimento con una massima flessibilità nei versamenti.
Si tratta di un piano di pensione integrativa di tipo assicurativo di Poste Vita. Al momento del pensionamento, il beneficiario riceverà un importo aggiuntivo alla pensione “classica”. Un importo aggiuntivo utile, non solo per garantirsi un tenore di vita adeguato, ma anche per affrontare più serenamente le future necessità della vita quotidiana.
Aderendo a Postaprevidenza Valore si potrà scegliere il profilo di investimento di interesse, quanto versare mensilmente o annualmente e, infine, decidere se versare anche alcune somme derivanti da TFR.
Non sono previsti costi per aderire alla pensione integrativa, però potrebbero esserci delle spese in fase di accumulo pari al 2,5% su ogni versamento per i soli primi 15 anni. Tra i costi ci sono anche:
Per decidere quanto versare potemmo farci consigliare dal consulente Poste Italiane che potrebbe simulare, in base a diversi versamenti, quelli che più interessanti per noi. Comunque sia si parte sempre da un versamento minimo di 50 euro.
La pensione integrativa è soggetta a una fiscalità agevolata. Ad esempio, ogni anno si possono portare in deduzione le somme versate dal reddito imponibile. Ma solo fino a un massimo annuo di 5.164,57 euro con un risparmio dal 23% al 43%.
Inoltre, tale pensione integrativa permette l’accesso alla RITA, Rendita integrativa temporanea anticipata purché il titolare abbia 5 anni di contributi.
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