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Pensioni

Pensione a 64 anni? Sì, ma solo a chi possiede questi requisiti

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Con la pensione anticipata contributiva è possibile smettere di lavorare a 64 anni. Ma chi sono i fortunati lavoratori che possono usufruirne?

Andare in pensione a 64 anni comporta devi svantaggi per il contribuente? A quali condizioni vi si può accedere? Si tratta di un meccanismo davvero conveniente?

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Uno dei temi più caldi relativi all’ambito delle pensioni è, senza dubbio, la possibilità di ottenere l’uscita anticipata dal mondo lavorativo. Molti strumenti di flessibilità, però, comportano una penalizzazione economica sull’importo spettante. È questo il caso, ad esempio, del calcolo dell’assegno attraverso il sistema contributivo.

In attesa di conoscere gli interventi della coalizione politica che vincerà le prossime elezioni del 25 settembre, analizziamo quali sono gli strumenti che permettono di andare in pensione in anticipo. Quello più diffuso è, indubbiamente, la pensione anticipata contributiva, attraverso la quale si può smettere di lavorare a 64 anni di età.

Tale opzione, però, ad oggi, è stabilità solo per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi previdenziali solo dopo il 31 dicembre del 1995. La normativa, inoltre, prevede che, per avere la pensione a 64 anni, bisogna aver maturato almeno 20 anni di contributi effettivi (quindi non si considerano gli accrediti figurativi). Nel corso del 2022, possono fruire di tale strumento di flessibilità anche coloro che hanno accumulato un assegno minimo di 1.313,28 euro al mese (corrispondente a 2,8 volte l’Assegno Sociale).

Analizziamo attentamente la normativa e scopriamo in che modo si può andare in pensione prima.

Pensione anticipata contributiva a 64 anni: cosa prevede?

Oltre alla pensione di vecchiaia e a quella anticipata ordinaria, vi è un’altra opzione per smettere di lavorare: la pensione anticipata contributiva. Spetta al compimento dei 64 anni di età solo a coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1° gennaio 1996. Attraverso tale sistema, inoltre, il calcolo dell’assegno avviene soltanto con il metodo contributivo puro.

Oltre al requisito anagrafico dei 64 anni di età, bisogna possedere uno specifico requisito contributivo, ossia la maturazione di almeno 20 anni di contribuzione ed uno economico. L’importo dell’assegno pensionistico, infatti, deve essere uguale almeno a 2,8 volte l’importo dell’Assegno Sociale. Quest’ultima cifra viene rivalutata ogni anno, in base alla variazione media quinquennale del Prodotto Interno Lordo (PIL) nominale, calcolata dall’ISTAT.

Per il 2022, la rata mensile dell’Assegno Sociale è pari a circa 469 euro. Di conseguenza, per avere diritto alla pensione anticipata contributiva a 64 anni, è necessaria la maturazione di un assegno previdenziale pari o superiore a 1.313 euro.

Leggi anche: “Pensione anticipata: incredibile ma vero, ecco chi sono i fortunati nel 2022“.

I requisiti da possedere    

Per la maturazione del requisito contributivo, bisogna valutare solo i versamenti realmente effettuati, e cioè, quelli obbligatori, volontari o da riscatto; al contrario, si escludono quelli figurativi. Inoltre, è fondamentale che tutti i contributi siano stati versati nel sistema contributivo puro, cioè dopo il 31 dicembre 1995.

A tal fine, è possibile usufruire anche del cumulo in diverse Gestioni INPS. Questo è possibile nei seguenti casi:

  1. tutti i contributi sono pagati dal 1° gennaio 1996 e, dunque, non c’è mai stato alcun versamento prima di tale data;
  2. si può scegliere il calcolo nella Gestione Separata, perché ci sono versamenti anche in essa.

Per sfruttare il calcolo in Gestione Separata, inoltre, l’interessato deve possedere tali requisiti:

  • versamenti previdenziali prima del 1996;
  • meno di 18 anni di contributi versati prima del 1996;
  • almeno 5 anni di contributi pagati dal 1996;
  • almeno 15 anni di contributi in totale.

Pensione contributiva e pensione di vecchiaia: in cosa differiscono?

Quali sono le differenze tra la pensione di vecchiaia e quella contributiva? Quella di vecchiaia richiede il raggiungimento di 67 anni di età e di 20 anni di contribuzione; la pensione anticipata contributiva, invece, consente di interrompere la vita lavorativa a 64 anni con gli stessi contributi (che, però, devono essere tutti successivi  al 1° gennaio 1996).

Se non si possiedono 20 anni di versamenti previdenziali, si può accedere alla pensione di vecchiaia solo a 71 anni, con un minimo di 5 anni di contribuzione.

Potrebbe interessarti anche: “Pensione anticipata: negata al lavoratore autonomo con legge 104? La risposta che non tutti conoscono“.

Pensione a 64 anni: è realmente conveniente?

La pensione anticipata contributiva è una buona opzione per chi ha iniziato a pagare i contributi dopo il 1995. Chi, invece, ha versamenti prima del 1996 ma è intenzionato, comunque, a scegliere il calcolo contributivo (anziché quello misto), deve ponderare bene le proprie azioni. L’operazione, infatti, prevede dei costi.

Il sistema contributivo puro comporta delle penalità sull’ammontare finale dell’assegno pensionistico. Per capire concretamente quanto si rischia di perdere, è opportuno effettuare una simulazione della pensione.

Infine, bisogna sottolineare che, anche per la pensione di vecchiaia sono necessari 20 anni di contribuzione e che i cd. contributivi puri (cioè i soggetti che non hanno versamenti prima del 1996) devono avere un assegno pensionistico pari almeno a 1,5 volte l’Assegno Sociale.

                                                                                       

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