Contro il caro bollette finalmente è ufficiale la possibilità di installare pannelli solari liberi. Ecco le linee guide del ministero.
Era la fine di aprile quando il ministero della Transizione ecologica annunciava che l’installazione dei pannelli fotovoltaici, solari o termici sugli edifici diventava liberalizzata.
Solo sugli edifici considerati beni culturali serviva l’autorizzazione, anche se in forma semplificata. E nonostante la crisi il governo è riuscito a portare a temine questo obiettivo grazie anche al PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Obiettivo per una svolta green raggiunto in ritardo ma importante a causa della guerra in Ucraina.
Le misure sul fronte energie rinnovabili e la svolta green di cui l’Italia aveva bisogna per combattere il caro bollette è finalmente giunta. Dopo quattro mesi, la cosiddetta operazione pannelli liberi, lanciata ad aprile dal governo, è partita. Il decreto attuativo del ministero della Transizione ecologica è già reso pubblico. Manca solo una firma e alcune informazioni tecniche per dare inizio ai lavori.
Il modulo per installare pannelli solari sul tetto di case, aziende, pensiline o capannoni industriali è reperibile sul sito del proprio gestore di rete. Semplificare la procedura era l’obiettivo primario del governo. Quindi d’ora in poi niente più attese che durano mesi o anni, in alcuni casi, per l’istallazione di impianti fotovoltaici oltre i 50 kW di potenza.
Tutto questo sarà possibile anche grazie al “taglio” su autorizzazioni e permessi che, come è noto, spesso bloccavano l’installazione dei pannelli. Da queste semplificazioni rimangono fuori solo gli edifici con un vincolo dei beni culturali, come gli edifici storici.
L’obiettivo del governo è contrastare il caro bollette aiutando le famiglie e le imprese a ridurre le spese con un intervento che, come si legge su Il Messaggero, è «equiparabile a una manutenzione ordinaria, poco più che una tinteggiatura di casa, ma anche rendere più vicino l’obiettivo sulle rinnovabili al 2030 (85 GWh)».
Tre sono i passaggi previsti dal decreto del ministero della Transizione ecologica (MITE). Il primo è l’invio del modulo da parte del richiedente al proprio gestore di rete. Questo verificherà la compatibilità della domanda. Infine, se l’esito è positivo iter di connessione da parte del gestore avverrà in automatico.
La preoccupazione degli interessati è il grande investimento che un impianto fotovoltaico porta, anche se in base alle stime potrebbe comportare un taglio del 30% del costo delle bollette. Senza contare un’altra rendita assicurata: la possibilità di cedere l’energia prodotta in eccesso e inutilizzata al Gestore dei servizi energetici (GSE).
Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologia, considera questo progetto rivoluzionario poiché la “procedura superveloce” comprende anche impianti con potenza oltre a quella consentita. In pratica, come annuncia lo stesso ministro, chi abita in una casa e vuole installare un impianto fotovoltaico sul tetto fino a 200 chilowattora non deve chiedere autorizzazioni. Sempre se l’immobile non sia vincolato. Anche i capannoni e le imprese possono fruire della procedura superveloce.
Secondo le stime del GSE già ad aprile i “tetti” interessati erano circa 12 milioni. Secondo un rapporto stilato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA) «si stima una potenza variabile dai 73 ai 96 gigawattora (GWh) che sarebbe possibile installare sui fabbricati esistenti».
In realtà, come specifica lo studio, si potrebbe ricavare una potenza fotovoltaica compresa tra i 70 e i 92 GWh. Potenza sufficiente per raggiungere l’energia complessiva prevista dal Piano per la Transizione Ecologica al 2030.
L’obiettivo è raggiungere gli 8 GWh all’anno che comporta vantaggi sulla bolletta, come ribadisce lo stesso ministro Cingolani. E considerando i prezzi attuali del metano (intorno a 239 euro per megawattora) gli italiani potrebbe sperare in un risparmio sulla bolletta già dal prossimo inverno.
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