L’uscita dal mondo del lavoro al raggiungimento dei 62 anni è possibile per alcune comuni categorie di lavoratori. Scopriamo di chi si tratta.
Svolgere specifici lavori permette di accedere alla pensione anticipata soddisfacendo alcuni requisiti particolari.
Mentre si avvicina la fine del 2022 il pensiero corre veloce alle novità che la Legge di Bilancio 2023 apporterà al sistema pensionistico italiano. Le ipotesi al vaglio sono diverse ma riuscire ad individuare un piano migliore di altri è, ad oggi, quasi impossibile. I partiti si rincorrono con proposte spesso non realizzabili e i lavoratori sono sempre più confusi. Quota 41 per tutti? Opzione Donna verrà prorogata? Ci sarà il ritorno alla Legge Fornero? I dubbi sono tanti e nessuna risposta è convincente in campagna elettorale. Ma prima di pensare al domani, chi è prossimo alla pensione deve valutare le proposte di oggi. Gli scivoli pensionistici sono vari, alcuni più vantaggiosi altri meno. Uno in particolare permette ad alcune categorie di lavoratori di uscire dal mondo del lavoro a 62 anni.
Una categoria di lavoratori spesso non citata ma che può uscire anticipatamente dal mondo del lavoro è quella di persone che svolgono attività usuranti. Attenzione a non confondere queste attività con quelle gravose rientranti nell’APE Sociale. Tra i lavori usuranti citiamo i palombari, i lavoratori nelle cave o nelle miniere ossia lavori poco frequenti. In pochi sanno, però, che la normativa include altre occupazioni che coinvolgono un maggior numero di persone.
Ci rivolgiamo in particolare alle guardie giurate particolari che svolgono turni notturni. Sebbene la Legge non comprenda tale categoria nella lista dei lavori usuranti o gravosi, il particolare del lavoro di notte può facilitare l’accesso al pensionamento anticipato. Le direttive, infatti, stabiliscono che chi svolge attività lavorative nelle ore notturne può usufruire di uno scivolo pensionistico all’età di 61 anni e sette mesi.
Lo scivolo previsto per chi lavora di notte è quello della pensione in regime usurante. Condizione necessaria è che l’attività venga svolta tra le ore 24.00 e le 5.00 del mattino. Soddisfacendo tale requisito si potrà uscire dal mondo del lavoro a 61 anni e sette mesi di età con 35 anni di contributi alle spalle. In questo modo si raggiungerà Quota 97,6 che non è altro che la somma tra età e contributi maturati.
Il lavoro notturno, però, dovrà essere stato svolto per almeno sette anni negli ultimi dieci oppure per la metà della vita lavorativa. L’età di uscita per i dipendenti sarà di 61 anni e 7 mesi per chi svolge attività di notte tutto l’anno o per un numero di giornate superiori o pari a 78 all’anno. L’età sale a 62 anni e sette mesi per giornate lavorative notturne comprese tra 72 e 77 mentre se le giornate di lavoro svolte di notte sono tra le 64 e le 71 l’età di uscita dal mondo del lavoro sarà di 63 anni e 7 mesi. Gli autonomi dovranno considerare un anno in più per ogni possibilità.
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