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Pensioni

Pensione anticipata, 20 anni di contributi sono sufficienti? Sveliamo le possibilità

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Venti anni di contributi bastano per andare in pensione prima del raggiungimento dei 67 anni anni? La risposta permetterà a tanti lavoratori di tirare un sospiro di sollievo.

Gli scivoli pensionistici in Italia non mancano. I lavoratori possono andare in pensione con 20 anni di contributi a 56, 61 o 64 anni.

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Il sistema pensionistico italiano prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni di età con 20 anni di contributi maturati. Questa è la soluzione chiamata “pensione di vecchiaia”, quella che permette di avere l’assegno pensionistico dall’importo più alto possibile. Poi ci sono gli scivoli per la pensione anticipata che consentono di uscire prima dei 67 anni dal mondo del lavoro accettando, però, decurtazioni nel cedolino della pensione. I venti anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia, ad esempio, possono essere utilizzati anche per inviare le dimissioni per pensionamento a 56, 61 o 64 anni.

Venti anni di contributi per la pensione, il primo caso da conoscere

La prima misura da approfondire è la pensione anticipata contributiva che permette di lasciare il mondo del lavoro con tre anni di anticipo rispetto ai 67 della pensione di vecchiaia. L’accesso è riservato a coloro che non hanno contributi versati prima del 1° giugno 1996. L’assenza di contribuzione nel sistema retributivo di calcolo permette di andare in pensione a 64 anni con 20 di contributi. Condizione necessaria, però, l’aver raggiunto un importo dell’assegno pensionistico pari o superiore a 2,8 volte il trattamento minimo. La stima è di circa 1.300 euro al mese.

In pensione a 58 o 61 anni, chi può accedervi

Venti anni di contributi sono sufficienti, poi, per la pensione anticipata con invalidità pensionabile. Le lavoratrici invalide, nello specifico, possono accedere ai massimi vantaggi previsti dal sistema. Chi ha una riduzione della capacità lavorativa pari almeno all’80% per le mansioni da svolgere nel settore di appartenenza e durante l’attività lavorativa può andare in pensione a 58 anni. Attenzione a non confondere questo tipo di invalidità definita pensionabile con l’inabilità classica legata alla riduzione delle capacità di svolgimento di qualsiasi attività della vita quotidiana e non solo pertinente con il lavoro. Stesso discorso per gli uomini la cui età pensionabile sale, però, a 61 anni. Il grado di invalidità pensionabile rimane dell’80%.

I lavoratori che non rientrano in uno dei casi citati dovranno rinunciare all’idea di poter andare in pensione con venti anni di contributi prima dei 67 anni. Tutti gli altri scivoli pensionistici, da Quota 41 a Opzione Donna o Quota 102 prevedono, infatti, una carriera lavorativa più lunga.

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