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Economia

Assegno ordinario e Naspi: sono incompatibili? La risposta sconvolge i cittadini

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L’Assegno ordinario e la Naspi possono essere percepiti contemporaneamente? In caso contrario, per quale delle due misure conviene optare?

L’Assegno ordinario di invalidità e la Naspi sono incompatibili. Spetta, dunque, ai beneficiari scegliere quale dei due sussidi continuare a ricevere.

Foto Canva

Optare per l’uno o l’altra non è semplice e dipende da vari fattori. Il cittadino deve, innanzitutto, considerare le proprie condizioni economiche. A tal fine, ha la facoltà di interrompere la Naspi per tornare a godere dell’Assegno ordinario di invalidità, se l’indennità di disoccupazione non dovesse essere più vantaggiosa.

Analizziamo, dunque, la disciplina normativa di entrambi gli istituti e scopriamo quale dei due risulta maggiormente conveniente.

Consulta anche il seguente articolo: “Taglio all’assegno ordinario di invalidità: quando arriva la pessima notizia“.

Assegno ordinario e Naspi: in che modo scegliere?

Data l’incompatibilità dei sussidi, è necessario capire quale dei due sia meglio continuare a percepire.

L’Assegno ordinario di invalidità spetta a coloro che hanno un’invalidità superiore ai 2/3 e almeno 5 anni di contributi, dei quali 3 nell’ultimo quinquennio. I beneficiari dell’Assegno possono svolgere un’attività lavorativa e, proprio per questo motivo, può capitare che possano maturare anche il diritto per la Naspi.

Ad un certo punto, però, il lavoratore invalido che fruisce sia dell’Assegno ordinario sia dell’indennità di disoccupazione è costretto ad effettuare una scelta. La legge contempla la sospensione dell’Assegno ordinario di invalidità per tutto il periodo in cui si percepisce la Naspi; quando quest’ultima terminerà, il primo sussidio tornerà ad essere versato al lavoratore invalido.

Ma in base a quali valutazioni l’interessato dovrà decidere quale delle due misure continuare a ricevere? Al riguardo dovrà effettuare due tipi di accertamenti, uno legato alle proprie condizioni economiche e l’altro alla posizione contributiva (nell’ottica pensione).

La Naspi, infatti, è coperta dalla contribuzione figurativa, che viene calcolata ai fini del raggiungimento dei requisiti per andare in pensione e per il calcolo del relativo importo. L’Assegno ordinario di invalidità, al contrario, non comporta alcuna copertura contributiva.

Pro e contro della Naspi

Se, dunque, l’ammontare dell’indennità di disoccupazione è più elevato rispetto a quello dell’Assegno ordinario, allora il lavoratore farebbe bene a scegliere il primo sussidio.

Bisogna ricordare, però, che la Naspi è caratterizzata dal decalage, ossia alla riduzione, mensilmente, del 3% dell’importo. La cifra percepita, dunque, sarà sempre minore, col passare del tempo. Così, quando la rata dell’indennità di disoccupazione avrà raggiunto quella dell’Assegno ordinario, si potrà interrompere a favore di quest’ultimo.

Questo meccanismo consente di non subire una riduzione troppo elevata sulla contribuzione.

Dopo la decisione del lavoratore, deve pervenire apposita comunicazione all’INPS, formulata in modo chiaro e preciso. L’interessato, dunque, deve specificare di aver optato per la Naspi e rinunciato all’Assegno ordinario di invalidità.

Nell’ipotesi in cui interviene la sospensione del periodo di disoccupazione ed il lavoratore viene assunto con contratto a tempo indeterminato, la prestazione d’invalidità può anche essere reintrodotta.

Potrebbe interessarti anche: “Indennità di disoccupazione: le dimissioni volontarie bloccano la Naspi? La risposta non è scontata e la soluzione c’è“.

La procedura da seguire

Bisogna capire se l’ammontare della Naspi è maggiore di quello dell’Assegno. Se si sceglie l’indennità di disoccupazione, è obbligatorio inviare una domanda all’INPS. Essa serve per comunicare il proprio consenso alla sospensione momentanea dell’Assegno ordinario.

È l’INPS che deve provvedere all’erogazione della Naspi e non il datore di lavoro. Quest’ultimo, però, è obbligato a pagare il ticket licenziamento (il cd. ticket Naspi). Ha un importo che varia da caso a caso ed è uguale al 41% del massimale mensile della Naspi, per ogni anno di durata del rapporto di lavoro.

Attraverso il Messaggio n. 4466 del 2 dicembre 2019, l’INPS ha stabilito che si può reintrodurre il versamento dell’Assegno ordinario, se l’indennità di disoccupazione è:

  • sospesa per periodi di lavoro subordinato che non eccedono i 6 mesi;
  • pagata in forma anticipata.

Di conseguenza, i lavoratori che hanno optato per l’indennità di disoccupazione, possono rinunciarvi in ogni momento ed ottenere, in seguito, la reintroduzione del pagamento del sussidio di invalidità. La rinuncia ha natura definitiva ed il lavoratore che l’ha richiesta non può più essere autorizzato, successivamente, all’erogazione della quota residuale di disoccupazione.

L’INPS, inoltre, ha precisato che il beneficiario della Naspi, durante il periodo di sospensione della misura, non può ricevere anche la prestazione legata all’invalidità. L’unica eccezione a tale regola si ha nel caso in cui vuole rinunciare all’AOI, senza, poi, avere la facoltà di percepire l‘indennità di disoccupazione residua.

Insomma, nel momento in cui si opta per l’interruzione della Naspi per tornare a ricevere l’Assegno ordinario di invalidità, non si può più ritornare su propri passi e pretendere anche il pagamento dell’importo restante della disoccupazione.

Assegno ordinario di invalidità e Naspi: quale conviene?

L’INPS sottolinea che le due prestazioni non sono cumulabili e che, quindi, il lavoratore deve necessariamente scegliere quale intende ricevere. Ovviamente, la scelta ricadrà sulla misura più vantaggiosa.

Viene ribadita anche la facoltà di poter richiedere il versamento dell’Assegno di invalidità dopo l’interruzione della Naspi.

Per l’erogazione anticipata della misura, invece, si prende in considerazione il periodo teorico in cui può essere versata. Durante questo lasso di tempo, ovviamente, non si può ricevere il sussidio di invalidità.

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