Il prezzo del pane continuerà a salire e le previsioni dei panettieri sono pessime. I prodotti di base del paniere dei consumi diventeranno beni di lusso.
Il latte a due euro non è l’unico pessimo traguardo raggiunto dai principali beni di consumo. Il pane subirà un’impennata senza precedenti.
Il presidente dell’Unione dei panificatori della Campania di Confcommercio Mimmo Filosa lancia l’allarme per i consumatori. Il prezzo del pane salirà a sei euro al chilo nei prossimi mesi. Purtroppo l’aumento sarà inevitabile a causa dei costi onerosi in bolletta previsti a partire da ottobre. La scelta per i commercianti sarà tra proporre prezzi elevati o chiudere l’attività. Il quadro dipinto da Filosa durante la riunione della commissione Agricoltura della Regione Campania sottolinea la tragicità di una situazione pessima destinata oltretutto a peggiorare. Dopo il latte con la stima di due euro a litro, dunque, si aggiunge il prezzo del pane ad impensierire i consumatori.
Gli italiani stanno riducendo gli acquisti alimentari già da diversi mesi. Dallo scorso 24 febbraio con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina la situazione generale è degenerata portando i cittadini a compiere delle rinunce per non finire con un conto in rosso. Le bollette si devono pagare, le rate del muto o il canone di locazione anche, le imposte pure; rimane solo la spesa alimentare come fonte di risparmio per le famiglie. E così riempire il carrello senza svuotare il portafoglio è diventata un’impresa. Si ricercano le promozioni, si evita di comprare prodotti superflui, si prediligono beni di prima necessita.
In generale, la Coldiretti ha stimato una riduzione della spesa alimentare per le famiglie del 3,2% nei primi sette mesi del 2022. Eppure a causa dell’inflazione il costo della stessa spesa è aumentato del 3,6%. Nemmeno i cibi low cost si salvano dai rincari anzi, hanno fatto registrare un aumento del 9,6% tra gennaio e luglio 2022.
I maggiori rincari hanno colpito l’olio di semi con un +63%, il burro con un + 34% e le uova con un + 15%. Seguono la margarina con un + 24%, la farina con un +23%, il riso con un + 22% e la pasta con il 22% di rincaro sul prezzo. Aumenti tra il 10 e il 20% hanno segnato anche il latte a lunga conservazione, i gelati, il pollo, le verdure fresche e la frutta.
Nessuna tregua è prevista per i consumatori ma solo ulteriori incrementi legati sia alla guerra che continua sia alle speculazioni denunciate anche dalla Coldiretti. In più, si aggiungono i costi in salita di luce e gas a peggiorare ulteriormente la situazione interferendo in modo eccessivo sulla produzione dei beni principali come il pane.
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