Uscire dal mondo del lavoro e ricevere una indennità fino al momento della pensione, questa è un’opportunità che non tutti i lavoratori conoscono. Ovviamo a questa mancanza.
È opportuno che ogni lavoratore sia a conoscenza delle opzioni tra cui scegliere per lasciare il lavoro senza perdere un’entrata mensile.
Stipendio prima, pensione dopo, questo è il classico iter che le persone seguono durante la vita. Fare un lavoro duro, che richiede impegno e concentrazione può non essere facile superata una certa età. Tanti lavoratori sentono che è arrivato il momento di lasciare l’occupazione ben prima dei 67 anni previsti dalla pensione di vecchiaia. In Italia ci sono diversi scivoli pensionistici che permettono di accedere alla pensione anticipatamente ma non tutti i cittadini hanno i requisiti per accedervi. Qui intervengono delle misure che si presentano come indennità erogate dall’INPS dal momento in cui ci si dimette fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Una sorta di sostitute della retribuzione da ricevere nella fase in cui non si può ancora ottenere l’erogazione dell’assegno pensionistico.
Le indennità INPS sono misure di accompagnamento alla pensione che supportano il cittadino nel momento in cui sente l’esigenza di uscire dal mondo del lavoro. Una prima possibilità è l’APE Sociale, in scadenza il 31 dicembre 2022. Permette di lasciare l’occupazione a 63 anni e di ricevere un’indennità pari all’importo della pensione maturata fino a quel momento per un massimo di 1.500 euro al mese. L’erogazione si otterrà fino al raggiungimento dei 67 anni quando il cittadino dovrà presentare nuovamente domanda di pensione (stavolta quella di vecchiaia) all’INPS.
Beneficiari della prestazione sono i soggetti con invalidità pari o superiore al 74%, i disoccupati per licenziamento o dimissioni volontarie, i caregiver che si occupano di un familiare con disabilità grave da almeno sei mesi e i lavoratori che svolgono attività gravose (da non confondere con i lavori usuranti). Ricordiamo che oltre all’indennità mensile prevista dall’APE Sociale, tali categorie possono ricevere anche il Reddito di Cittadinanza soddisfacendo i requisiti di accesso alla misura.
Trovarsi senza lavoro prima di aver maturato i requisiti per la pensione non deve far cadere nella disperazione. Una seconda indennità consente l’accompagnamento del lavoratore durante un periodo di quiescenza, la NASPI. La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego viene erogata a chi ha perso il lavoro non per propria colpa (ad esempio il fallimento dell’impresa presso cui era impiegato) o si ritrova con contratto in scadenza o si dimette per giusta causa.
La NASPI viene erogata per un massimo di 24 mesi, di conseguenza sarebbe la misura perfetta per un lavoratore di 65 anni rimasto privo di un’occupazione. In più, l’indennità prevede la contribuzione figurativa che permetterà di ottenere un assegno pensionistico più alto. Per quanto riguarda la misura stessa, invece, l’importo erogato è pari al 75% della retribuzione media mensile percepita prima della fine del rapporto di lavoro ma subisce una decurtazione del 3% ogni mese a partire dal sesto mese di fruizione.
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