Secondo le ultime analisi, la Terra sta per arrivare ad un punto critico. E la colpa è molto probabilmente dell’uomo.
La vita di un Pianeta è regolata da cicli naturali, e così come tutto nasce prima o poi muore. O se vogliamo, si trasforma. Sembra che per la Terra questo momento sia davvero molto vicino.
In un articolo precedente avevamo parlato delle ultime scoperte riguardanti il nostro Sole. Il suo ciclo vitale finirà all’incirca tra 4 o 5 miliardi di anni. Un tempo molto ampio, dunque, per permettere alla civiltà umana (se ci sarà ancora) di trasferirsi su altri pianeti abitabili.
Invece, per quanto riguarda la Terra, sembra che non avremo tutto questo tempo. Gli esperti lanciano allarmi ormai da molti anni. E probabilmente le nostre attività ci hanno già fatto arrivare al fatidico “punto di non ritorno”. Ma cosa significa esattamente? Ecco come e lo spiegano gli scienziati.
Le analisi e le previsioni sulla “fine” del Pianeta e della razza umana sono svolte in tutto il mondo, da numerosi scienziati, e sotto differenti punti di vista. Che siamo di fronte a dei cambiamenti “pericolosi”, in fondo, ce ne siamo accorti.
Basti pensare alle ultime estati, torride come non mai. O ai fenomeni estremi come tempeste e uragani, che fino a poco tempo fa erano rarissimi. Almeno in alcune zone del mondo. Di sicuro le attività umane stanno accelerando un processo che è comunque naturale. Ovvero la fine del ciclo vitale della Terra. Inquinamento, spreco delle risorse, impoverimento dei terreni e delle falde acquifere sono solo alcuni dei campanelli d’allarme scattati da anni.
Gli scienziati, anche analizzando diversi fattori, sono purtroppo tutti d’accordo. Ormai siamo in una fase di declino. Ma cosa significa esattamente? Che la vita per come la conosciamo molto presto non sarà più così. La fine della Terra non avverrà con un’esplosione o qualcosa del genere (forse). Ma sarà un lento peggioramento di tutti gli equilibri. Che, inevitabilmente, la porteranno a diventare un luogo inospitale. Almeno per le attuali forme di via che lo abitano.
Più nello specifico, ad allarmare gli esperti sono tre fattori: l’aumento demografico, unito all’innalzamento delle temperature, e alla scarsità delle risorse.
Le ultime previsioni lo confermano. I modelli climatici elaborati alle varie latitudini della Terra lanciano un monito pesante. Ci attendono eventi catastrofici, forse a partire dal 2050. I primi Paesi che a causa delle temperature più alte soffriranno di più saranno ovviamente l’Africa, l’India, l’America Centrale e i Tropici.
Le aree più “fredde”, invece, andranno a diventare come gli attuali Paesi tropicali. Uno studio pubblicato su Nature il mese scorso elenca tutti i “disastri” che ci aspettano. Se non cambiamo subito qualcosa.
Addirittura, secondo un altro studio condotto dal National Weather Service, tra il 2050 e il 2011 la Terra avrà due climi predominanti: “Pericolosamente alto” e “Estremamente pericoloso”. Nei Paesi dove ci sarà il primo tipo di clima, i disagi riguarderanno la salute, a causa delle temperature eccessive. Si parla infatti di medie di oltre 39 gradi. Nel secondo caso, invece, le temperature arriveranno anche oltre i 50 gradi, rendendo di fatto quasi impossibile vivere.
Se fino a poco tempo fa queste previsioni ci sembravano “senza fondamento” e soprattutto molto lontane da noi, adesso forse la cosa sta diventando più stringente. Siamo pronti? Sicuramente no, e forse non siamo ancora pronti nemmeno per cambiare. Non resta che sperare in un “errore” da parte degli esperti, perché fino ad oggi i popoli di tutto il mondo e i Governi hanno ignorato qualsiasi allarme.
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