Le prestazioni di invalidità civile dipendono dal possesso di una serie di requisiti. Se non si effettuano tutti gli adempimenti richiesti, si rischia la sospensione o la revoca.
Cosa succede se i beneficiari della pensione di invalidità civile omettono di comunicare i propri redditi?
I percettori della pensione di invalidità civile che non hanno comunicato la propria situazione reddituale relativa agli anni 2018 e successivi, rischiano la sospensione o la revoca della prestazione, da parte dell’INPS.
L’Istituto di Previdenza, infatti, ha comunicato che ci sono ancora pochi giorni di tempo per adempiere ed evitare il blocco dell’erogazione delle agevolazioni economiche assistenziali legate al reddito, per gli invalidi civili ed i normodotati. L’ammonimento è contenuto nel Messaggio INPS n. 3350/2022 del 12 settembre.
Attraverso tale comunicato, è stato chiarito che i beneficiari che non hanno ancora provveduto alla Dichiarazione dei redditi o alla comunicazione reddituale all’INPS per l’anno 2018, in caso di inadempimento persistente, subiranno la revoca definitiva delle misure.
Per ulteriori informazioni, consulta il seguente articolo: “Invalidità civile: queste sono le 3 categorie che hanno diritto ai benefici economici“.
Chi sono i soggetti obbligati alla comunicazione dei propri redditi all’INPS? Tutti coloro che sono destinatari di assegni di invalidità civile (pensione di inabilità civile e assegno mensile), pensione ai ciechi civili (assoluta o parziale) e ai sordi ed i titolari di Assegno sociale o pensione sociale. Si tratta, dunque, di prestazioni tutte dipendenti dal reddito.
Dunque, nel caso in cui tali individui non abbiano inoltrato né la Dichiarazione dei redditi (riferita agli anni 2018 e seguenti), né il Modello RED, né abbiano risposto al primo sollecito inviato dall’INPS, rischiano la sospensione o la revoca dei benefici economici.
Secondo le stime dell’Ente previdenziale, le procedure sanzionatorie riguardano ben 36.763 soggetti , che hanno omesso di inviare i propri dati reddituali. Prima di procedere con la sospensione o la revoca, tuttavia, l’INPS invia un ulteriore avviso; in esso è specificato il termine ultimo per provvedere ai dovuti adempimenti. Se il destinatario rimane inerte anche in seguito a tale sollecito, allora la prestazione viene revocata e viene disposto il recupero del debito assistenziale formatosi a partire dal 2018.
Coloro che percepiscono prestazioni di invalidità civile (ossia, pensione di inabilità, assegno mensile, pensione ai ciechi e ai sordi) e che hanno un’età compresa tra 18 e 66 anni e 7 mesi, riceveranno dall’INPS un preavviso di sospensione tramite raccomandata Andata/ Ritorno. In essa, è incluso l’invito a comunicare la situazione patrimoniale, tramite la presentazione di apposita domanda di ricostituzione reddituale, entro il termine di 60 giorni.
Se non perviene tale documento, l’INPS è autorizzato a sospendere la prestazione, dandone comunicazione tramite raccomandata A/R. Se entro ulteriori 120 giorni dalla sospensione, continua a non pervenire alcun riscontro, l’INPS revoca la prestazione. In aggiunta, invia richiesta di restituzione del debito formatosi negli anni di reddito non dichiarati (cioè, dal 2018 al 2022). Anche la revoca della misura finora percepita viene comunicata tramite raccomanda A/R.
I beneficiari dell’Assegno Sociale o della pensione sociale che, fino al 31 dicembre 2018 non avevano compiuto 80 anni, ricevono, dall’INPS, raccomandata A/R recante il sollecito a comunicare la propria Dichiarazione dei redditi entro 60 giorni. Trascorso tale termine, l’Ente procede alla sospensione della prestazione, per l’anno di reddito 2018, per il quale non è pervenuta dichiarazione. Richiede, inoltre, le prestazioni pagate e non dovute.
Per tutte le informazioni sull’Assegno Sociale, leggi anche: “L’assegno sociale senza veli: guida ai requisiti, importo e inoltro domanda“.
In ogni caso, l’interessato può comunicare la propria situazione reddituale attraverso il sito web dell’INPS, presentando domanda di ricostituzione reddituale della pensione. In alternativa, ci si può rivolgere ad un Caf/ Patronato.
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