Andare in pensione a 62 anni è un obiettivo raggiungibile da pochi lavoratori. Scopriamo le eccezioni che confermano la regola.
Uscire dal mondo del lavoro con cinque anni di anticipo è possibile solo a fronte di una lunga carriera lavorativa.
In Italia 62 anni non sono sufficienti per andare in pensione. L’età anagrafica per l’uscita dal mondo del lavoro, senza tener conto dei possibili anticipi, è di 67 anni. Si chiama pensione di vecchiaia e per accedervi bastano solo 20 anni di contributi. La situazione descrive la normativa attuale ma ben presto tanti dettagli potrebbero cambiare. In realtà la Riforma delle Pensioni sarebbe già dovuta essere definita dal Governo ma gli avvenimenti dell’estate 2022 hanno complicato la questione. Ora in ballo ci sono le ipotesi avanzate dalle forze politiche “avversarie” nelle elezioni del 25 settembre. Cosa accadrà a partire da gennaio 2022? Quota 102 probabilmente non ci sarà più – tranne per alcuni lavoratori – così come sono in dubbio l’APE Sociale e Opzione Donna. Le proposte avanzate finora non definiscono un quadro preciso e i cittadini si chiedono se il desiderio di uscire dai 62 anni in poi dal mondo del lavoro senza subire riduzioni dell’assegno si realizzerà mai.
Oggi andare in pensione a 62 anni è possibile a condizione che si siano maturati almeno 41 anni di contributi. Il riferimento è a Quota 41, la misura che non è legata ad alcun requisito anagrafico ma solo a quello contributivo. Di conseguenza, con 41 anni di contributi versati sarà possibile uscire dal mondo del lavoro a qualsiasi età.
Volendo puntualizzare il limite è di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Si tratta di una carriera lavorativa molto lunga che non tutti possono vantare. Aver iniziato a lavorare a 19 anni senza alcuna interruzione 42 anni è un percorso difficile da aver realizzato. In più degli oltre 41 anni di contributi almeno 35 dovranno essere effettivi di lavoro.
Un’alternativa che permette l’uscita a 62 anni o prima è la pensione anticipata di vecchiaia con invalidità pensionabile. Tale misura si rivolge non agli invalidi civili bensì a chi riceve una certificazione che attesta l’incapacità di poter continuare a svolgere le proprie mansioni lavorative.
Per accedervi servono 58 anni di età per le donne e 61 per gli uomini più 20 anni minimi di contributi – un traguardo più facilmente raggiungibile. Condizione necessaria è avere un grado di invalidità pensionabile pari o superiore all’80%. Vi rientrano, per esempio, i nati nel 1960. Infine c’è Opzione Donna per le lavoratrici che desiderano andare in pensione con meno di 62 anni, 58 per la precisione (se dipendenti altrimenti 59 per le autonome) con 35 anni di contributi. In questo caso, però, bisognerà accettare che il calcolo della pensione sia completamente contributivo.
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