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Etichette di Vino come le Sigarette: l’Europa spinge verso un nuovo proibizionismo? Il documento che divide

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Presto, già dal 2025, potremmo vedere le Etichette di Vino come le Sigarette. L’Europa ha adottato misure per il contrasto al consumo dell’alcol.

Immaginiamo di voler comprare una bottiglia di vino e vedere in etichetta un fegato compromesso da cirrosi. O un tizio in ospedale che sta per morire. Questo scenario potrebbe presto diventare realtà.

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Ma facciamo un passettino indietro. Qualcosa si sta muovendo in Europa, e il settore dei Vini ne pagherà probabilmente ampie spese.

Parliamo di un pericolosa tendenza verso un nuovo “proibizionismo”, qualcosa che certamente – come insegna la storia – non favorirà gli obiettivi UE. Ovvero quelli di ridurre il consumo di alcolici almeno del 10% entro il 2025. Cioè in brevissimo tempo, tra l’altro. Ecco cosa sta succedendo.

Etichette di Vino come le Sigarette a breve: chi ha deciso che il Vino fa male

L’Organizzazione mondiale della Sanità Regione Europa, ha adottato un documento che sta per cambiare radicalmente il settore dei Vini, e non solo. Il documento, titolato “European framework for action on alcohol 2022-2025”, tra l’altro è stato approvato senza che i rappresentanti italiani/europei abbiano fatto opposizione.

Ma cosa prevedono le azioni programmate in questo documento? Sicuramente qualcosa che danneggerà economicamente il comparto vitivinicolo italiano.

Ma forse si tratta di qualcosa di più. Sembra che si voglia distruggere un’identità, economica e culturale. Magari per sostituirla con un’alternativa globale piatta e uniforme (?).

Il consumo di alcol è certamente un fenomeno da contrastare. Ma forse “qualcuno” si è dimenticato che esiste differenza tra l’alcol di una bottiglia di vino o di birra e quello dei superalcolici. Che il consumo moderato e non dannoso è una realtà concreta. Che esistono già linee guida che promuovono iniziative a sostegno della lotta all’alcol. E allora a che serve insistere, andando a colpire il comparto dei vini?

Ricordiamo che il Made in Italy vanta export che fruttano oltre 7 miliardi, e il settore dà milioni di posti di lavoro. Le indicazioni previste dal piano d’azione europeo rischiano di minare concretamente questo settore.

Lotta all’alcol, quali saranno le azioni a livello europeo

Nel documento sono presenti precisi obiettivi e le azioni che verranno intraprese per raggiungerli. Più nello specifico, come denuncia anche l’Unione Italiana Vini, quanto segue.

Aumento della tassazione, divieto di pubblicità e di promozione o di qualsiasi azione di marketing. Obbligo di health warming in etichetta (come quelli nelle sigarette n.d.r)”.

L’obiettivo è quello di ottenere una riduzione del consumo di alcolici del 10% entro il 2025. Un programma a brevissima scadenza, tra l’altro.

La linea “proibizionista” – e potremmo anche eliminare le virgolette – del documento approvato si basa su un concetto molto preciso, ovvero che il consumo di alcol è dannoso a qualsiasi livello. Dunque anche con un bicchiere di vino.

Linea decisamente in contrasto con molte altre già emesse dallo stesso OMS, e tendenza che pochi mesi fa era stata assolutamente contestata al Cancer Plan dell’Europarlamento.

Le considerazioni che ne scaturiscono risultano ovvie. Non si fa più la differenza tra un consumo consapevole di una bevanda (seppur alcolica) prodotta da millenni e l’abuso di alcol.

Parliamo di “restrizioni” su un elemento che ha contribuito a costruire l’identità culturale che fa parte (anche) della Dieta Mediterranea.

Parliamo della possibile cancellazione di uno dei capisaldi del Made in Italy. A favore di cosa, verrebbe poi da pensare? Gli scenari possibili sono davvero ampi, ma anche fortemente “distopici”.

Immaginiamo un mondo dove l’OMS decide per tutti cosa è salutare e cosa no. Pensiamo alla recente “lotta alla carne” e alla forte volontà europea di introdurre insetti nella nostra dieta. Pensiamo alle forti raccomandazioni/obblighi per vaccinarci contro qualsiasi malattia esistente e anche per prevenire le pandemie future. Cominciamo ad unire i puntini

Ma torniamo ancora al comparto dei vini. Come sottolinea nelle critiche anche L’Unione Nazionale Vini, la prevenzione, l’informazione e i modelli di consumo moderato esistono già. E non è certo attuando un nuovo proibizionismo che si impedirà alle persone di assumere alcolici. Nel mentre non dimentichiamo che si rischiano migliaia di posti di lavoro.

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