Tra i numerosi vantaggi, gli invalidi possono ricevere un contributo economico per assumere un badante. Le possibilità sono molteplici.
L’aiuto economico per eccellenza che può essere riconosciuto agli individui affetti da disabilità, per ingaggiare un badante, è l’assegno di accompagnamento.
L’INPS e lo Stato, infatti, mettono a disposizione delle persone non autosufficienti e degli anziani con invalidità un beneficio finalizzato all’assunzione di un badante.
La Legge non prevede particolari limiti di età o di reddito; l’unico presupposto, infatti, è il possesso della condizione di non autosufficienza, dichiarato in seguito a specifica visita dinanzi alla Commissione medico- legale dell’ASL. Nel caso in cui non si riesca ad ottenere tale indennità, è possibile richiedere altre agevolazioni economiche, per le quali sono stabiliti diversi requisiti anagrafici e reddituali.
Analizziamo, dunque, tutte le ipotesi previste dalla normativa vigente che consentono di accedere a contributi per assumere un badante.
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Il primo e principale beneficio economico per assumere un governante è l’indennità di accompagnamento, erogata dall’INPS.
L’indennità di accompagnamento consiste in un contributo che può essere richiesto anche dai caregivers delle persone che hanno un’invalidità al 100%, che sono impossibilitati a deambulare senza l’ausilio di un accompagnatore o che non sono in grado di compiere autonomamente gli atti quotidiani.
Questi presupposti sanitari sono gli unici richiesti per ottenere il contributo, perché non ci sono limitazioni di reddito.
L’assegno di accompagnamento viene versato per 12 mensilità ed il suo ammontare, per il 2022, è pari a 525,17 euro al mese. La decorrenza, invece, parte dal primo giorno del mese successivo a quello della presentazione della domanda.
Si tratta dell’unico beneficio destinato all’assunzione di badanti esclusivamente riservato agli invalidi. L’INPS, tuttavia, accorda anche degli aiuti personalizzati, per l’assistenza domiciliare, tramite il bando “Home Care Premium“. Possono partecipare alla selezione, però, solo i dipendenti e pensionati pubblici.
Anche coloro che non possiedono un’invalidità totale al 100%, ma solo una percentuale minore e permanente, possono ottenere delle agevolazioni economiche. Ad esempio, esiste un contributo versato da Cassacolf.
Gli interessati devono possedere i seguenti requisiti:
L’importo del contributo di Cassacolf è pari a 300 euro al mese, erogabili per un anno, per un totale di 3.600 euro. È necessario, però, che il badante sia già assunto con regolare contratto di lavoro.
Per il versamento di tale contributo, l’interessato deve inviare domanda per iscritto a Cassacolf compilando lo specifico Modulo, con i dati anagrafici personali e del badante.
Il Modulo contiene anche un questionario da sottoporre al proprio medico curante, incaricato di accertare la non autosufficienza del paziente. Al momento dell’inoltro della domanda, bisogna allegare la documentazione medica della patologia posseduta o l’eventuale certificazione della Commissione medica dell’ASL che ha effettuato la visita.
Entro 60 giorni dalla presentazione della domanda, Cassacolf è chiamata a valutarla, tramite un proprio medico specialista. Se il richiedente possiede tutti i requisiti richiesti, il Bonus gli viene pagato a partire dal mese successivo a quello di presentazione della richiesta.
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L’attuale disciplina normativa stabilisce anche delle particolari agevolazioni fiscali, che non riguardano solo le persone invalide, ma in generale gli anziani con un certo limite di reddito.
Nello specifico, gli anziani non autosufficienti (debitamente certificati) che possiedono un reddito complessivo non superiore a 40 mila euro, hanno diritto ad una detrazione fiscale del 19%, per le spese sostenute per il pagamento del badante. Nel reddito complessivo si calcolano anche quelli derivanti da locazioni ed un regime di cedolare secca. La detrazione fiscale, inoltre, si applica per le spese con importo massimo di 2.100 euro.
Per dimostrare di aver sostenuto dei costi per la retribuzione del badante, è necessario allegare tutta la documentazione contenente il codice fiscale e i dati anagrafici del datore di lavoro e di chi presta assistenza.
Nel caso in cui è un familiare che si occupa della paga del badante al posto dell’invalido, allora la ricevuta deve specificare anche i dati anagrafici e il codice fiscale del familiare.
Le detrazioni IRPEF spettano a prescindere dal fatto che l’assistenza avvenga presso il proprio domicilio o che l’invalido sia ricoverato presso una struttura ospedaliera. In quest’ultima ipotesi, però, l’ospedale deve indicare le spese effettuate per l’assistenza e quelle dovute per le prestazioni fornite dall’istituto.
Il beneficio fiscale, infine, è erogato anche per le attività di cura ed assistenza alla persona affidate a cooperative di servizi.
Le detrazioni spettano anche ai familiari conviventi o figli, anche non conviventi.
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