Il BTP 2049 è stato emesso la prima volta nel 2018 prima della pandemia e dei problemi economici che sta attraversando l’Italia ancora oggi.
I buoni del tesoro poliennali o BTP sono obbligazioni, ovvero dei certificati di debito, emessi dallo Stato italiano per pagare le proprie attività.
Le emissioni sul mercato finanziario avvengono tramite aste di collocamento stabilite con uno specifico calendario dal ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro.
Tra i BPT emessi vi è uno con scadenza a 30 anni: il BTP 2049 (ISIN IT0005363111). Questo titolo nonostante l’inflazione (in Europa è del 9,1%) e alle variazioni di mercato sorprende gli investitori. All’inizio della sua emissione il BTP aveva una cedola a 3,58% e una quotazione che avrebbe sfiorato il 160 punti nei due anni successivi. Investendo in questo titolo ecco cosa sarebbe successo al nostro capitale.
Il titolo fu emesso a un prezzo appena sopra la pari chiudendo poi la prima tranche a 100,40. Attualmente, BTP 2049 è quotato meno di 95,80 centesimi. Nonostante l’aumento dell’inflazione che ha reso i titoli a reddito fisso poco efficienti, negli ultimi tre anni e mezzo questo BTP avrebbe staccato cedole dal valore effettivo lordo del 12% del nostro investimento. Nel complesso, il risultato sarebbe stato dell’8%: quindi un ottimo investimento.
Inoltre, se gli investitori avessero venduto il titolo subito dopo l’acquisito il rendimento sarebbe stato maggiore: vicino al 40%. Ma il mercato finanziario è molto volubile e non è semplice prevedere le situazioni a lungo termine. Soprattutto quando entra in gioco l’inflazione che cambia le carte in tavola. Infatti, considerando che dal 2019 a oggi l’indice dei prezzi al consumo nel nostro Paese è salito al 10,65%, il BTP 2049 rende meno del 3%.
Però, oggi un titolo così lungo conviene conservarlo anche perché si prevede che alla scadenza il rendimento netto sarà del 3,60%. Questo perché, considerando la lunga scadenza e tenendo conto che l’inflazione, secondo le previsioni della BCE, dovrebbe tornare al 2%, la quotazione del titolo potrebbe risalire nei prossimi anni.
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