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Economia

Taglio ai costi del pellet, il risparmio si può ancora ottenere: bonus, acquisti online e trucchetti

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I costi del pellet stanno diventando troppo alti ma i consumatori non devono spaventarsi. Esistono strategie che consentiranno di risparmiare molti soldi.

I rincari hanno colpito anche il pellet. Le famiglie si trovano a dover affrontare una nuova spesa aggiuntiva ma, fortunatamente, un modo per alleggerirla c’è.

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Nel momento in cui il prezzo del gas è cominciato a salire abbiamo assistito ad una corsa all’acquisto delle stufe a pellet. Gli italiani hanno visto in questo metodo di riscaldamento alternativo l’unico modo per risparmiare e per garantirsi un caldo inverno. Tra razionamenti, abbassamenti delle temperature dei termosifoni, diminuzioni degli orari di accensione e interventi simili, infatti, molte persone temono che i mesi più freddi dell’anno lo saranno ancora di più tra il 2022 e il 2023. L’idea di passare alla stufa a pellet, dunque, si è rivelata giusta almeno fino a quando la domanda ha superato l’offerta e il costo di un sacco da 15 chili è passato da 4/5 euro a 9/10 euro. Un raddoppio che, a conti fatti, non toglie il risparmio per le famiglie rispetto all’uso di gas e metano. Nonostante il prezzo maggiore, infatti, l’utilizzo del pellet garantisce comunque una spesa di circa 1.000 euro in meno in un anno rispetto i metodi tradizionali. In più, ci sono altre strategie di risparmio da conoscere.

Costi del pellet in aumento? Nessuna paura, il risparmio è ancora garantito

L’Italia non produce pellet a sufficienza per coprire l’intero fabbisogno nazionale soprattutto ora che è aumentato. Si rifornisce dalla Slovenia, dalla Germania e dall’Austria. Anche in queste nazioni, però, la domanda locale è aumentata con conseguente aumento dei prezzi. In più, a causa della guerra, anche la fornitura del legno diminuisce e trovare gli scarti da cui fare il pellet è sempre più complicato.

I cittadini potrebbero essere tentati di confrontare le proposte di acquisto e scegliere soluzioni online più economiche. Ebbene, nel caso del pellet optare per il prezzo più basso può rivelarsi sbagliato. Tante truffe stanno girando per il web proprio conoscendo la problematica sorta da poche settimane. I consumatori devono diffidare da chi propone l’acquisto di sacchi da 15 chili a 3/4 euro. Ad oggi nessuno può vendere il prodotto ad un prezzo così basso proprio per i motivi citati in precedenza. Diverso il caso della vendita dell’articolo sfuso. Non essendoci il packaging, infatti, qualche euro in meno rispetto a 9/10 euro è possibile.

Tra alternative e Bonus, puntiamo al risparmio

Chi ha già acquistato una stufa a pellet con l’intenzione di risparmiare e non vuole acquistare sacchi a 10 euro può optare per delle alternative più economiche. Cippatino di legno, gusci di frutta secca, mais sono alcune soluzioni che in alcune stufe a pellet possono essere utilizzate per riscaldare l’ambiente. Citiamo, poi, il nocciolino di sansa vergine, una biomassa dal potere calorifico compreso tra 4,5 e 6,5 kWh/Kg. Con alcuni piccoli accorgimenti, la stufa funzionerà anche con questa alternativa.

Infine, come non citare i Bonus attivati da Governo e Regioni per alleggerire la spesa iniziale di acquisto che si aggira tra i mille e i 3 mila euro. Il cosiddetto Bonus Stufe rientra, poi, all’interno di altre ben più note agevolazioni come il Superbonus, l’Ecobonus, il Bonus ristrutturazione 50% e il Conto Termico GSE.

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