L’operatore socio sanitario (OSS) è un lavoro considerato gravoso: a stabilirlo una sentenza del Tribunale di Ferrara del 2 febbraio 2021.
I giudici hanno infatti accolto il ricorso di una lavoratrice che si era vista negare dall’Inps la richiesta per la pensione anticipata, prevista per chi svolge questa tipologia di attività lavorativa particolarmente faticosa.
Una decisione che quindi costituisce un precedente importante anche per altri lavoratori che presentano i requisiti richiesti da trattamenti pensionistici come Ape Sociale oppure Quota 41.
Un lettore ha inviato il seguente quesito: “Sono Oss con 41 anni di contributi, lavoratore precoce. Come posso fare domanda di pensione se manca il codice ISTAT per OSS lavoro gravoso?”
La questione è stata affrontata in Tribunale in quanto, secondo l’INPS, la domanda di pensione della lavoratrice non poteva essere accolta. L’Istituto aveva infatti rifiutato la richiesta dato che il codice ISTAT 5.3.1.1 degli OSS non era presente nel Decreto del Ministero del Lavoro del 5 febbraio 2018, a differenza della figura di Operatore Socio Assistenziale (OSA) con codice 5.4.4.3. Ma la difesa della ricorrente ha sottolineato come la legge 232/2016 definisca gravosa l’attività degli “addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza”. Facendo riferimento quindi a una nozione più ampia di quella contenuta nel Decreto del 2018. In particolare, la lavoratrice contestava la legittimità della norma secondaria, in contrasto con quella primaria.
Nella sentenza i giudici hanno evidenziato che la legge 232/2016 “si riferisce genericamente agli addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti, sicché la portata della norma non può essere ristretta inspiegabilmente ed illogicamente, con atto di normazione secondaria, alla sola categoria delle OSA”. La normativa di dettaglio del decreto ministeriale fa inoltre riferimento non solo alle attività socio-assistenziali, ma anche a quelle di ‘ausilio alla cura’. Cioè alle mansioni tipiche dell’OSS a prescindere dal codice ISTAT. I giudici hanno dato ragione alla ricorrente, spiegando come in realtà la figura dell’OSS sia superiore a quella dell’OSA. Infatti la prima, oltre all’assistenza socio-assistenziale, può svolgere mansioni sanitarie (sempre in base alle proprie competenze), mentre non è vero il contrario. E quindi, per questi motivi, all’OSS devono essere riconosciuti gli stessi benefici previdenziali riservati agli OSA.
In merito al quesito del nostro lettore confermiamo che, in base a questa sentenza, può fare domanda per Quota 41, indipendentemente dalla sua età, essendo lavoratore precoce e avendo raggiunto 41 anni di anzianità contributiva. Consigliamo, in caso di problemi, di rivolgersi a un patronato o altro ente per ricevere la necessaria assistenza.
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