A quanto ammonta la pensione di inabilità erogata a chi risulta completamente inabile al lavoro? Facciamo due conti.
Per calcolare l’importo effettivo erogato con la pensione di inabilità occorre conoscere la procedura da seguire.
La pensione di inabilità viene erogata dall’INPS al soggetto con menomazione fisica o mentale che causa una disabilità totale e permanente in ogni attività lavorativa. Il beneficiario, dunque, dovrà avere una patologia totalmente incompatibile con lo svolgimento di un qualsiasi lavoro. In caso di occupazione precedente all’inabilità, i contributi versati saranno fondamentali per ottenere una maggiorazione sull’importo spettante. L’obiettivo della prestazione è aiutare economicamente le persone che dipendono totalmente dal sostegno non potendo più lavorare. Tra le condizioni necessarie per l’accesso alla misura l’iscrizione ad una Gestione INPS tra Fondi sostitutivi dell’AGO, l’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, la Gestione separata e la Gestione speciale per i lavoratori autonomi (artigiani, coltivatori diretti e commercianti).
Il lavoratore che ottiene il riconoscimento dell’inabilità dal lavoro e ha maturato almeno cinque anni di contributi di cui tre accreditati negli ultimi cinque anni può richiedere la pensione erogata mensilmente. L’importo spettante può essere calcolato con sistema retributivo, misto o contributivo a seconda dell’anzianità di servizio del richiedente e dei contributi versati.
Il sistema più vantaggioso è quello retributivo che tiene conto delle ultime retribuzioni percepite prima della richiesta di pensione. Possono accedervi i lavoratori che hanno maturato minimo 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Il sistema misto si basa sul calcolo retributivo fino al 31 dicembre 1995 e contributivo dal 1° gennaio 1996 mentre il sistema puramente contributivo fa riferimento unicamente ai contributi maturati dopo il 31 dicembre 1995.
Qualora il richiedete abbia meno di 60 anni ha diritto ad una maggiorazione contributiva tale da aumentare l’importo della pensione di inabilità. Vediamo come.
Il calcolo dei contributi parte dalla media dei contributi pensionabili degli ultimi 5 anni e dalla rivalutazione prevista dalla Legge Amato. Nello specifico occorrerà rivalutare le ultime 260 settimane di guadagno pre-pensionamento oppure il minor numero in possesso per i coefficienti di rivalutazione della Quota B della pensione. Poi bisognerà sommare i risultati e moltiplicare la cifra ottenuta per l’aliquota di computo della Gestione (corrisponde al 33% del reddito da lavoro dipendente) e dividere il risultato per 260.
L’importo ottenuto corrisponderà alla media contributiva settimanale rivalutata negli ultimi cinque anni di lavoro. Tale media dovrà essere, poi, moltiplicata per il numero di settimane di differenza tra la data di decorrenza della pensione di inabilità e il compimento dei 60 anni. Così si potrà poi calcolare la quota di incremento in aggiunta all’importo individuale basato solamente sui contributi.
Il limite massimo di contribuzione è di 40 anni ossia 2080 settimane. Pur superando i 40 anni di contributi, dunque, la maggiorazione verrà calcolata sui primi 40 anni.
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