Il Trattamento di Fine Servizio potrà continuare ad essere corrisposto anticipatamente nel valore massimo di 45 mila euro. L’accordo è stato raggiunto.
Dipendenti pubblici e privati possono richiedere l’anticipo del TfR o TfS entro il limite di 45 mila euro. La proroga di due anni è stata accettata.
Dallo scorso 30 giugno diverse pratiche per l’erogazione del TfR o TfS anticipato sono state bloccate in attesa del rinnovo dell’accordo con l’Associazione delle Banche Italiane. Ora il contratto è stato firmato e un Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale ha reso noto ciò che tanti lavoratori/pensionati attendevano. I pagamenti dell’anticipo fino a 45 mila euro possono ripartire. Per altri due anni i dipendenti statati potranno approfittare dei finanziamenti con tasso agevolato dello 0,40%. Per conoscere l’elenco degli istituti di credito che accettano le istanze basterà collegarsi al portale del Dipartimento della Funzione Pubblica. Tra le otto banche aderenti spicca tra tutte Unicredit, l’unica ad aver continuato a credere nell’iniziativa a differenza di altri dodici grandi istituti che si sono ritirati tra il 2020 e il 2021.
La convenzione Abi consente ai dipendenti statali di poter avere i propri soldi in anticipo rispetto i tempi abituali. Tempi che per il settore pubblico sono decisamente più lunghi rispetto a quelli dei dipendenti privati, motivo per il quale è in corso un grande dibattito. Unica condizione richiedere unicamente somme entro i 45 mila euro con tasso agevolato dello 0,40% alle banche aderenti. Chiedendo il finanziamento dell’anticipo ad un istituto non incluso nella convenzione, invece, il tasso può arrivare fino al 4%.
Per poter richiedere l’anticipo occorrerà inizialmente fare domanda all’ente erogatore del TfR o TfS della certificazione che attesta il diritto all’anticipazione. La maggior parte dei richiedenti dovrà rivolgersi all’INPS. In seguito dovrà essere presentata la richiesta di anticipo alla banca convenzionata per ottenere il tasso agevolato. Insieme all’ente erogatore, l’istituto verificherà la soddisfazione dei requisiti per ottenere l’anticipo.
Una volta che la procedura si sarà conclusa con esito positivo, entro 15 giorni il richiedente riceverà la somma spettante direttamente sul conto corrente.
I dipendenti statali devono aspettare dai 150 giorni ai 5 anni per poter ricevere il Trattamento di Fine Servizio. I più penalizzati sono i lavoratori che accedono alla pensione con Quota 100 per i quali la liquidazione può arrivare dopo 60 mesi. Ad influire sulla tempistica le motivazioni dell’uscita dal mondo del lavoro.
Chi raggiunge l’età del pensionamento dovrà attendere, ad esempio, circa 12 mesi. In caso di licenziamento o dimissioni l’attesa sarà anche di 24 mesi. In più è possibile che la somma spettante venga erogata in due rate (per importi superiori a 50 mila euro fino ai 100 mila) o in tre rate (sopra i 100 mila euro).
La sentenza della Corte di Cassazione – che si attende a breve dopo che il Tar del Lazio ha sollevato la questione della lentezza dei pagamenti – dovrebbe poter ridurre questi tempi di attesa. I lavoratori attendono con trepidazione.
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