Opzione Donna sarà attiva fino al 31 dicembre 2022. Le lavoratrici possono uscire anticipatamente dal mondo del lavoro accettando, però, una pensione più bassa.
Tra le condizioni di Opzione Donna troviamo il sistema di calcolo totalmente contributivo. In questo modo si perderanno soldi sull’assegno, quantifichiamo la perdita.
Le lavoratrici che desiderano andare in pensione prima dei 67 anni possono scegliere Opzione Donna. Parliamo dello scivolo pensionistico che permette di uscire dal mondo del lavoro con 58 anni di età e 35 di contributi maturati se dipendenti o con 59 anni di età e 35 di contributi se autonome. Condizione necessaria è accettare il sistema di calcolo contributivo per definire l’importo spettante pur avendo iniziato a versare contributi prima del 1° gennaio 1996. Ciò significa subire una riduzione dell’assegno pensionistico. Ma a quanto ammonterà tale riduzione? Vale comunque la pena lasciare il lavoro per godersi il meritato riposo in anticipo?
Il 31 dicembre 2022 scadrà Opzione Donna. Pochi mesi ancora, dunque, per approfittare della misura avendo maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021 (le nate nel 1963 se dipendenti e nel 1962 se autonome). L’idea di una proroga è stata più volte illustrata. Non avrebbe costi per lo Stato e permetterebbe di beneficiare dell’agevolazione anche per le nate nel 1964 se dipendenti e nel 1963 se autonome. Sarà compito del nuovo premier prendere una decisione al riguardo.
Nell’attesa cerchiamo di definire il costo della scelta delle donne di uscire prima dal mondo del lavoro. Per calcolare l’importo della pensione occorre tener conto di diverse variabili. L’età anagrafica, i contributi versati e il coefficiente di trasformazione da applicare sul montante contributivo. Questo coefficiente permette a chi ha un’età superiore di avere una pensione più ricca. L’importo della retribuzione, invece, perde importanza con Opzione Donna dato che il calcolo retributivo non è preventivato.
In linea generale, dunque, più tardi si richiederà Opzione Donna minori saranno le perdite. Più contributi si saranno maturati prima del 1° gennaio 1996 maggiore sarà il taglio dell’assegno (fino anche al 30%). Al contrario se la quota maggiore dei contributi è stata versata dopo il 31 dicembre 1995 si riceverà una decurtazione irrilevante.
Per calcolare la perdita confrontiamo un conteggio con sistema misto e uno con sistema contributivo. Poniamo il caso di una lavoratrice con 37 anni e tre mesi di contributi maturati al 31 dicembre 2021 di cui 18 versati prima del 1° gennaio 1996. L’assegno pensionistico sarà di 1.200 euro lordi con sistema misto.
Usufruendo di Opzione Donna e accettando unicamente il sistema contributivo, la pensione percepita scenderà a 1.010 euro lordi.
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