Tema invalidità e reddito: a seguire alcune importanti informazioni per quanto riguarda il calcolo, i limiti ed altri aspetti
Il tema invalidità, associato alla questione reddito, desta sempre molta attenzione ed in molti cercano informazioni in merito al calcolo, ai limiti ed in generale ai vari aspetti: ecco tutto quello che c’è da sapere.
Come forse in tanti già sapranno, le pensioni di invalidità civile sono assegnate solamente a coloro che soddisfano specifici requisiti riguardanti il reddito (sono esclusi soltanto alcuni trattamenti di origine assistenziale).
Se l’invalidità riconosciuta al soggetto è maggiore del 74 per cento, è possibile ricevere una prestazione economica assistenziale ed anche diversi sostegni in ambito fiscale.
La soglia d’invalidità sopracitata, però, da sola non basta, ed infatti è necessario anche rapportare (a tale soglia) il reddito ed in questo caso vi sono limiti da rispettare dal momento che quando si parla di pensioni di invalidità si fa riferimento a prestazioni di tipo assistenziale, ovvero sia rivolte a coloro che a parte l’invalidità/disabilità vivono una condizione di bisogno economico.
Solamente per talune categorie di prestazioni assistenziali è risolutivo il requisito sanitario, cioè soltanto il riconoscimento di invalidità, ossia: indennità di accompagnamento e per ciechi assoluti. Ed anche indennità di comunicazione e quella prevista dalla legge numero 508 dell’anno 1988.
Per riassumere, l’indennità di comunicazione e l’indennità di accompagnamento citate sopra vengono riconosciute solamente ai soggetti che hanno un’invalidità tale da non consentirgli di deambulare e di svolgere le normali mansioni giornaliere senza l’ausilio di un’altra persona. Tali soggetti si trovano dunque nella posizione di ricevere tale prestazione a prescindere dal reddito.
Inoltre, se tali soggetti rientrano all’interno delle soglie stabilite dalla legge possono anche ricevere, in aggiunta all’accompagnamento, un’ulteriore tipologia di prestazione assistenziale che di norma rientrerebbe in quelle riconosciute per limiti di reddito, ad esempio l’indennità di frequenza.
Come anticipato nel paragrafo precedente, i limiti di reddito sono importanti ai fini del calcolo per la pensione per l’invalidità, ma questi cambiano ed annualmente possono essere rivalutati e di conseguenza anche l’ammontare delle pensioni stesse.
Dal primo ottobre dell’anno corrente si vedrà una prima rivalutazione, anche se non totale. Tale rivalutazione è stata fatta dal Governo in carica per agevolare i pensionati e supportarli durante questo periodo di pesante inflazione.
Ritornando dunque ai limiti reddituali, per spiegare al meglio tale questione, di seguito vi sono riportati: il trattamento assistenziale, l’importo trattamento ed il limite di reddito in quest’ordine.
È, inoltre, importante sottolineare che chi possiede una pensione di invalidità civile pari al cento per cento e di invalidità al lavoro vi è dato un generale aumento tenendo però conto dei limiti di reddito sia coniugale che singolo.
La Sentenza 152 (Corte Costituzionale), resa nota il 22.07.2020 ha stabilito un incremento delle pensioni agli invalidi civili totali anche per coloro che hanno meno di sessant’anni e più di diciotto.
Con la legge n.388/2001 e poi quella n.488/2001 è stato inserito un aumento per gli invalidi civili totali che hanno un’età maggiore di sessantacinque anni ed anche per quelli sopra i sessanta, tenendo presente le limitazioni reddituali. Questi sono stati poi maggiorati ogni anno in relazione alla perequazione attesa per quanto concerne l’aumento del costo della vita e tenendo presente anche gli indici ISTAT.
Tale incremento permette al soggetto interessato di percepire fino a 651,51€, limiti reddituali al 2020 pari a 8.469,63€ se si è soli. Se, invece, si è sposati il limite prefissato è di 14.447,42€.
Per analizzare i diversi requisiti per avere la possibilità di accedere alla pensione di invalidità, l’INPS considera l’insieme dei redditi che sono soggetti ad Irpef, ovvero quelli che sono assoggettati a tale imposta e costituiscono dunque una base imponibile.
Ma che cos’è la base imponibile? Questa è utilizzata come base per calcolare le tasse; nello specifico, quella IRPEF, è il valore su cui si andrà poi a calcolare le tasse che riguardano la persona fisica.
Il calcolo da fare è abbastanza semplice, infatti, è necessario sottrarre dal reddito della persona fisica gli oneri sociali e, di conseguenza, il valore restante è la base imponibile.
Come spiegato poc’anzi, i redditi soggetti a IRPEF sono calcolati al netto di oneri deducibili e delle ritenute fiscale e vi si aggiungono anche le previsioni pensionistiche previdenziali, fabbricati e terreni ecc. Si specifica che quando si parla di oneri deducibili ci si riferisce a quelle voci che possono essere sottratte dal reddito, questo fa abbassare l’importo del reddito imponibile.
Quando, invece, si parla di ritenute fiscali si fa riferimento al totale che è trattenuto da NoiPA sulla busta paga e che adempie agli obblighi legati all’IRPEF per quanto concerne il lavoro e non solo.
Dunque, l’ammontare della pensione di invalidità percepita è fuori eliminando oneri e ritenute. Tale conteggio è fatto in questo modo per restare in linea con la Corte di Cassazione che ha previsto che tale pensione è a sostegno dei soggetti con criticità economiche ed è quindi importate capire la reale “disponibilità economica dell’interessato“.
Esistono, però, anche redditi che non possono essere considerati quando effettuiamo il calcolo per la pensione di invalidità e tra questi vi troviamo: l’indennità di accompagnamento e le pensioni di guerra. Ed ancora, l’importo della prestazione d’invalidità percepita, il reddito della casa di abitazione ed anche le eventuali rendite INAIL.
Ovviamente, è necessario riferirsi ad un anno in particolare per considerare i redditi. Secondo regola è necessario far riferimento, per quanto concerne il 1° pagamento, ai redditi dell’anno solare in cui ricade la decorrenza della prestazione.
Rispetto agli anni che seguono il 1°, in merito al calcolo redditi, si vanno ad applicare regole diverse, in base al fatto che si tratta di proventi legati a trattamenti previdenziali, oppure altri tipi di entrate. Dunque, circa i redditi da pensione, il riferimento si lega a quelli del medesimo anno. Rispetto poi a tutti gli altri tipo di reddito, ad essere considerati sono quelli percepiti nel corso dell’anno solare precedente.
Per dichiarare i redditi utili alla pensione d’invalidità è necessario farli presente quando si fa domanda ed anche negli anni a venire perché, come spiegato in precedenza, limiti e soglie sono variabili nel tempo ed è quindi importante aggiornare la propria condizione economica.
È necessario tenere al corrente l’INPS della propria condizione economica perché se il reddito muta e supera i limiti stabiliti dalla legge il percettore dovrà poi rimborsare l’ente per l’importo ritenuto indebito.
È dunque fondamentale, ogni anno, compilare il Modello Red in cui vi è possibile riportare: reddito agricolo e dominicale ed anche redditi dei terreni detenuti a titolo di usufrutto, proprietà ed enfiteusi.
Infine, è importante sottolineare che l’INPS sta sottoponendo a verifica i redditi delle persone che hanno fatto la dichiarazione tra il 2018/2020.
Le informazioni indicate sono generiche per l’argomento, è bene rivolgersi al proprio consulente per maggiori dettagli rispetto alla personale situazione.
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